Fin che la barca va lasciala andare

Da Pabloandres50

mercoledì 1 maggio 2013

 
Cantava Orietta Berti , nata sotto il segno dei Gemelli, ma con un bel Mercurio in Toro che le fece non solo azzeccare tutta una serie di melodie tremendamente popolari, ma anche guadagnare l'epiteto di usignolo, Capinera di Cavriago. Fin che la barca va, Orietta Berti cantava e la canzone inziava
Il grillo disse un giorno alla formica: "il pane per l'inverno tu ce l'hai", 1° maggio, festa, sono tutte belle le assonanze con il segno del mese, il Toro ed iniziative del pianeta reggente, Venere. Con Mercurio nel campo di Venere terrestre, non abbiamo tanto bisogno (Toro, esilio di Marte) di sentirci artefici della nostra vita, “artefici del proprio destino” che starebbe a significare che ciascuno di noi non solo può, ma che addirittura deve, mettersi a remare in continuazione, e persino contro corrente, per portare la propria barca nelle direzioni anche più improbabili, includendo nel novero di queste prerogative, per così dire, inalienabili, anche quelle di prendere le rotte della solitudine, della tristezza e addirittura della autodistruzione. No, no il Toro vuole solo godersi la vita, la bellezza, i piaceri sensuali, quelli della carne, oppure l'arte, i profumi, le forme, i colori. Il Toro disdegna sia lo Scorpione troppo contorto e sofferente, ma anche il Leone e l'Acquario, che devono essere sempre al centro dell'attenzione. Come dice l'Orietta anni '70, se la barca la lasci andare nel verso della corrente, andrà tutto bene, anzi benissimo, evitando di tentare l'impossibile, di cercare improbabili libertà, credere, o essere costretti a credersi, onnipotenti o tali, non aiuta. Passiamo i nostri giorni ad arrovellarci su come raggiungere quelle mete, ottenere quei risultati che ci siamo prefissi, su come rispettare quei tempi che ci siamo dati, su come tenere in equilibrio le centinaia di palline che facciamo costantemente volteggiare in aria, quasi fossimo dei giocolieri. Finiamo addirittura per colpevolizzarci se le cose non vanno per il verso “giusto”, se non raggiungiamo  gli standard prestabiliti, chiedendoci continuamente cosa avremmo potuto fare che non abbiamo fatto, dove abbiamo sbagliato, cosa avremmo potuto fare di diverso o di migliore che abbiamo dimenticato o trascurato. La risposta è  semplicemente: niente! Vi sono cose che per loro natura sfuggono al nostro controllo; ma accettare di essere impotenti di fronte a taluni eventi della vita, non significa necessariamente rinnegare la propria libertà. Non siamo mai privi di scelta; e non siamo mai vittime del destino.
La libertà non sta nel provocare gli eventi, ma piuttosto nel saper dare loro valore quando, e così come, essi arrivano.Cosa fare mentre la vostra barca va?  Ma un’infinita di cose! Godersi la vita, prendere la tintarella, ammirare il paesaggio, cantare, mangiare, e anche riposare!

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