di Nicola Pucci
Con Troicki alla gogna per aver saltato l’antidoping a Montecarlo, con Tipsarevic relegato ai box per l’ennesimo infortunio di una carriera da sfigato, senza un numero 2 competitivo, la finale di Coppa Davis 2013 tra la Serbia sfidante e la Repubblica Ceca detentrice dell’insalatiera d’argento aveva un copione ovvio: Djokovic contro tutti.
Berdych e Stepanek in trionfo dopo la vittoria nel doppio – Getty Images da www.atpworldtour.com
Già, sembrava di rivedere il film andato in pellicola dodici mesi orsono quando la Spagna si recò a Praga col solo Ferrer in grado di opporsi al duo Berdych-Stepanek, che ringrazia la sorte e mette in bacheca il secondo titolo consecutivo. Finisce 3-2, esattamente come allora, e la Belgrade Arena, pronta a celebrare il bis del 2010, ripone i vessilli nel cassetto e rimanda la festa a data da destinarsi.
BERDYCH, VOTO 9. Il “bello” ricordava di non aver convinto l’anno scorso cedendo di brutto a Ferrer, stavolta gli fa bene esser sottratto all’occhio critico del pubblico amico e recita perfettamente il ruolo di numero 1. Batte come ovvio che sia Lajovic, in doppio non ha cedimenti e spalleggia il compagno per il punto che sarà decisivo. L’ultimo giorno incoccia il Djokovic intrattabile di questi tempi e cede il passo, ma onestamente non si poteva proprio chiedergli di più. L’ora del riscatto.
STEPANEK, VOTO 9. Brutto è brutto, per carità, inutile negarlo, ma l’intelligenza non gli fa difetto e tanto meno il talento tennistico. Conosce il valore della Coppa Davis e sa che l’evento per nazionali è la vetrina che può proiettarlo tra gli immortali del tennis. Detto, fatto, l’anno scorso regalò il punto decisivo con l’epica maratona con Almagro, fa altrettanto quest’anno con l’acerbo Lajovic. Metteteci la buona partita con Nole e l’apporto fondamentale in doppio e i giochi sono fatti. E’ lui l’asso di coppa.
DJOKOVIC, VOTO 8. Povero Nole, lasciato disperatamente solo al momento del bisogno. Ha le energie ridotte al lumicino ma tanto basta per far valere la legge del più forte. Abbatte Stepanek con la forza della contraerea da fondocampo, fa altrettanto con Berdych per i due punti che accendono la speranza belgradese. Ma non basta. Un giorno forse ci spiegherà perchè un combattente come lui rinunciò al doppio, pur non adatto all’esercizio di coppia magari avrebbe venduta cara la pelle meglio di chi è sceso in campo al posto suo. Stoico e valoroso in nome dell’amor patrio.
LAJOVIC, VOTO 6. Piccino, si trova suo malgrado a recitare da protagonista quando d’abitudine frequenta il mondo dei challanger. Ha buon tocco ma esperienza zero e che può fare contro il talento e la potenza smisurata di Berdych e l’abilità di Stepanek a questi livelli? Almeno un giorno potrà dire ai nipotini io c’ero.
BOZOLJAC-ZIMONJIC, VOTO 5. Coppia collaudata, d’accordo, ma quando il gioco si fa duro si sciolgono come neve al sole. Successe l’anno scorso a Lopez/Granollers, la storia si ripete anche stavolta perchè Berdych/Stepanek sono una spanna sopra di loro. Forse sarebbe stato il caso di rinunciare ad uno dei due e lasciar spazio a Djokovic, ma col senno di poi non si va da nessuna parte e forse capitan Obradovic qualche rimorso lo avrà pure.
Onore ai vinti, la marcia trionfale stasera suona dalle parti di Praga. Giusto così.
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