“Finale di partita” di Samuel Beckett in scena con la Compagnia degli Audaci, sino al 22 marzo 2015, Roma

Creato il 20 marzo 2015 da Alessiamocci

La Compagnia degli Audaci propone, dal 7 al 22 marzo, al Teatro degli Audaci  di Roma una grande opera del teatro dell’assurdo:  Finale di partita di Samuel Beckett, per la regia di Leonardo Cinieri Lombroso e con Flavio De Paola (Hamm), Enrico Franchi (Clov), Maria Cristina Gionta (Nell) ed Emiliano Ottaviani (Nagg).

Hamm, cieco e incapace di reggersi in piedi e  Clov, incapace di sedersi,  in un dialogo fatto di interdipendenza e convenienza, trascinano la loro esistenza in uno spazio indefinito che sembra non avere confini; i due protagonisti, sfortunati superstiti di un desolato quadretto post-atomico,  dialogano tra di  loro in un continuo botta e risposta, confinati e costretti in una assurda esistenza senza scopo .

I genitori di Hamm  completano  il quadro di una realtà irreale: ridotti a tronchi umani vegetano all’interno di bidoni della spazzatura, rappresentando simbolicamente la degenerazione dell’umanità, che cinicamente, non ammette deboli e li considera “piaghe sociali”.

La Compagnia degli Audaci, portando  in scena Finale di Partita, propone uno spettacolo attuale e adatto al contesto contemporaneo, in cui l’aspetto degenerativo umano, non è solamente sociale (non è difficile incontrare esseri umani ai bordi delle strade coperti da soli cartoni, costretti a vivere di elemosina.) ma anche e soprattutto psicologico, e si ritrova quotidianamente nei piccoli drammi di chi vive di precarietà ed è costretto a rinunciare alla propria dignità umana.

Il testo di Beckett, contestualizzato in una realtà attuale,  riprende vita toccando il presente ed un ipotetico futuro: Finale di partita, è una riflessione sulla  solitudine dell’io di fronte al mondo, l’inutilità, la precarietà, il fallimento, l’incomunicabilità delle esistenze, il desiderio di riscatto, che viene puntualmente disatteso dalla realtà.

Ogni protagonista di Finale di Partita, infatti, è  immobile e vive la sua partita con la vita come eterno protagonista della propria solitudine che non lascia scampo: una prigione psicologica tipica di tante esistenze attuali, incastrate nell’impossibilità di cambiare destino.

Con Finale di partita, testo scritto da Beckett dieci anni dopo la seconda guerra mondiale,  il Teatro degli Audaci offre allo spettatore tanti spunti di riflessione sulla propria esistenza e sull’incapacità di trovare prospettive comunicative.

In occasione della rappresentazione di “Finale di Partita”, la Compagnia  inaugura il primo degli appuntamenti con Audaci da gustare,  che prevede  la  possibilità di degustazione di un aperitivo prima dell’apertura del sipario.

Per rendere ancora più piacevole questo momento di aggregazione il Teatro degli Audaci allestisce, all’interno dei suoi spazi, l’esposizione di opere di vari artisti tra fotografi, pittori e scultori del panorama contemporaneo italiano.

Con la formula Audaci da Gustare, la compagnia, propone un’ iniziativa interessante e gustosa,, capace di coniugare arte ed enogastronomia.

Written by Sarah Mataloni 


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