Non mancano le citazioni e, oltre il necessario bianco e nero, si notano rimandi a Hitchcock, il quale viene palesemente imitato nelle angolazioni della macchina da presa - dall'alto come in Psyco e anche dal basso come in Delitto per delitto. Anche a livello di plot si notato altre similitudini. La trama generica, dell'uomo innocente ingiustamente accusato di omicidio, è stata molto usata dal regista inglese ma è pur vero che resta un clichè del genere, mentre è particolare il meccanismo di investigazione dei due protagonisti che fa pensare subito a quello de La finestra sul cortile, ovvero lui bloccato che spia all'esterno e lei che indaga.
Ma Truffaut non è certo un imitatore o un artigiano, quindi la sua personalità prende facilmente il sopravvento e nei dettagli si notano certe atipicità al noir. Ad esempio vi è l'assenza della "femme fatale" o l'aver relegato le bionde (in Hitchcock sempre, o quasi, sono le eroine della storia) al ruolo di prostitute ma, soprattutto, il regista francese decide di smorzare spesso i toni fiondandosi nella commedia nera e nel romanticismo. Quasi a voler dire che il suo è un esperimento giocoso e nient'altro.
Inutile dirvi che è da recuperare... è pur sempre Truffaut.
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