Mentre il potente riverbero di una chitarra elettrica della colonna sonora di Only lovers left alive riecheggia fra i muri della mia camera mi trovo a pensare a quanto sia curioso scrivere una recensione di un film di vampiri in queste condizioni, con la luce del sole che rimbalzando sul tetto di fronte mi finisce dritta negli occhi rendendomi temporaneamente fotosensibile.
Dopo tanto rimuginìo mentale ho pensato che, quello che colpisce di “Solo gli amanti sopravvivono” (da qui in poi lo abbrevierò con SAS) è l’assoluta inaccostabilità dell’opera ad altri film dello stesso genere, motivo per il quale ho deciso che questa recensione procederà per esclusione, vale a dire, cercherà di descrivere quello che il film NON è:
UN FILM A META’
A me piace immaginare Jim Jarmusch come un vispo signore di mezz’età intento ad ascoltare album Dark ambient nella penombra della sua camera odorante incenso mentre progetta un film sotto forma di storyboard per fumetti, forse ogni tanto si alza dalla sedia per andare in bagno o farsi un cappuccino e nel frattempo ripete come un mantra una o due parole di Esperanto, o di fiammingo, giusto per tenere allenata la mente. Magari una combinazione di cena cinese e due pagine di Hagakure prima di andare a dormire possono fargli scattare la molla per dirigere un film sui samurai. Insomma, deve essere un tipo veramente eclettico.
Una delle caratteristiche che si riesce immediatamente a notare nella regia dei suoi film è il taglio fumettistico delle inquadrature; lo stesso vale per i personaggi principali che, più che essere condizionati dal proprio umore o dalle vicende in cui sono coinvolti, sono tesi a seguire un copione che gli impone la loro stessa personalità, spesso fuori dalle righe.
Nel caso di "Sas" abbiamo la bellissima Tilda Swinton e Tom Hiddlestone nei panni di due vampiri annoiati e un po' eccentrici; la prima un'improvvisata e pallida visitatrice del Marocco, il secondo un musicista inquieto e disilluso.
I personaggi di Jarmusch partono in un modo e finiscono in un altro, nel mezzo possono esserci sciamani indiani (Dead Man) combattimenti di spada giapponese(Ghost Dog) o soggetti fuori dimensione (Coffee and Cigarettes) ma i personaggi di Jarmusch vivono sempre una rivoluzione interiore in corso d’opera. Guardare un film di Jarmusch è come leggere le pagine di un buon libro o di un buon fumetto con personaggi apprezzabili e una trama solida e ben riconoscibile.
NON E' IMPEGNATO
Per fortuna non offre nessun tipo di critica o di messaggio sociale.
I tentativi di inserire il tema dei vampiri in un messaggio più ampio a base di critica sociale sono stati innumerevoli dagli anni ’80 a oggi. Emerge un titolo sopra tutti: “The Addiction” di Abel Ferrara in cui il vampirismo è il pretesto per mostrare le conseguenze della lenta degradazione morale e sociale dei cittadini di una metropoli come New York, schiacciati dall’inquinamento, dalle gang di quartiere, dalle meschinità del quotidiano che mercificano i sentimenti. Abel Ferrara ci mostra la trasformazione di una ragazza innocente, studiosa di filosofia (la bravissima Lily Taylor) in un parassita amorale, schiavo delle proprie necessità.
Per quanto mi riguarda, i rapporti tra vampiri e critica sociale possono felicemente concludersi con questo capolavoro fino ad oggi ineguagliato.
"Vedi Kathleen, la droga è una dipendenza, ma io ne sono fuori.
Ora ho deciso di diventare il Re di New York..."
NON E’ PULP
Più una società diventa raffinata e auto-affermativa, più i miti letterari evocano significati anche distanti fra loro
Il vampiro nasce dal mito letterario del Revenant: il “colui che ritorna” sette/ottocentesco, approda al cinema nei primi del ‘900, adotta la commedia negli anni ‘60/’70 e ingloba rapidamente una serie di “tipi umani” ben distanti dalla sua figura originale. Dai vampiri edonisti e maledettisti della Rice, che vivono un romanticismo di lungo corso, ai vampiri “nichilisti” e perversi di The Vampire Diaries, ai tirannici governanti di Daybreakers (non bastavano gli inciuci internazionali, dovevamo aggiungere ai politici anche le zanne e la voglia di sangue) all’indigestione di romanzi rosa che rappresenta Twilight
I vampiri, i "figli della notte" riassumono tutto ciò che la società teme dei propri componenti. In qualità di essere dotati di senno non ci sforziamo mai abbastanza di ripeterci che aborriamo la violenza, il vuoto morale, l’incapacità gestionale, la brutalità dei rapporti e la dipendenza dall’oblio.I vampiri di SASsuscitano immediata tenerezza e una spontanea simpatia. Nel mondo creato da Jarmusch non sono i vampiri ad essere veicoli di infezione, ma è il mondo stesso a essere infetto e a mettere a repentaglio la loro sopravvivenza. In questo nuovo medioevo dell’umanità i vampiri sono costretti a rinunciare al naturale atto di azzannare sul collo le proprie vittime ecentellinano bicchieri di sangue con la stessa attenzione con cui un oppiomane sorseggerebbe un calice d’assenzio.I vampiri di Jarmusch mescolano acqua e sangue per gustarsi piastrinici sorbetti, hanno una passione smodata per strumenti e libri di ogni nazionalità ed ogni epoca, rispondono alla volgarità dei tempi moderni con capricci di Paganini e colpi di sperimentalismo post-industriale e amano vestirsi di costumi di altre epoche, giudicandoli più comodi e meno eccentrici di quelli odierni.
C’è chi dice che per questo non sono fighi…
IN FONDO AL TUNNEL UN MESSAGGIO D’AMORE
Il legame fra vampirismo e sesso si è radicato così profondamente nell’immaginario collettivo che il solo menzionarlo mi procura dei fastidiosi pruriti al lobo frontale. Sono quasi tentato di sostituire “sesso” a “parafilia per i criceti” tutte le volte che nominerò questa associazione ma non voglio far scadere una recensione (anche se ormai avrete capito che non lo è affatto) in un articolo di scarso umorismo, perciò me ne guarderò bene. A dire la verità, prima che Twilight ci sommergesse di sentimentalismo da vena cava, un film di vampiri a base romanticaera già stato scritto e diretto da Kathryn Bigelow (sì, la stessa regista di Point Break), “Il buio si avvicina”. Un ragazzo di buona famiglia cede al fascino di una bella vampira e diventa un figlio delle tenebre nell’america degli anni’80 ma la nuova “famiglia” di cui si trova a far parte è così distante dai suoi sani principi morali da rischiare di minare il neonato rapporto amoroso con la sua nuova compagna.
Nel caso di “SAS”il tema portante è il rapporto all’interno della coppia di vampiri Swinton- Hiddleston e come sopravvivranno entrambi alla noia di un'esistenza che sembra ripetersi ormai all'infinito. Con sorpresa del pubblico, la svolta più evidente all’interno della coppia si verifica nelle battute finali del film senza essere sbandierata ai quattro venti fra una bevuta e l’altra con improvvisi colpi di scena e baracconate varie.
UN MESSAGGIO IMPLICITO
Al di là delle varie interpretazioni, “Solo gli amanti sopravvivono” è un film intelligente e delicato in grado di fornire due messaggi diversi, uno al pubblico giovane e l’altro a un pubblico più maturo. Il secondo, l’unico di cui vi priverò del piacere di scoprire, è il seguente, e mi piacerebbe ve lo immaginaste mormoratodalla voce sussurrante della bellissima Tilda Swinton:” C’è stato un tempo in cui hai dimostrato che una camera, un’automobile, un angolo di strada, un caffè o una persona ti appartenevano di diritto e non ti importava nulla di ciò che pensavano gli altri. C’è stato un tempo in cui hai sacrificato te stesso a una passione, a una donna a, una verità. Ricordati che puoi farlo ancora, tutti i giorni, a partire da adesso”.