Finalmente la felicità

Creato il 14 dicembre 2011 da Mistersimpatia @mistersimpatia
Per il film, in basso, dopo il salto:

Dopo ben due anni (ricordate Io & Marilyn ?), ritorna sul grande schermo Leonardo Pieraccioni con una commedia tutta nuova, andiamola a scoprire!

Benedetto è un musicista quarantenne con un unico sogno in testa: aprire una scuola dove i ragazzi possano scoprire la musica avvicinandosi e scegliendo gli strumenti in maniera istintiva e naturale. Nel frattempo, insegna al Conservatorio di Lucca aspettando una seconda felicità, dopo che la prima gli è stata sottratta da un collega tronfio, diventato un acclamato maestro di musica classica al posto suo con una sinfonia intitolata, appunto, “Felicità”. La svolta arriva durante una confusa riunione di condominio, quando suonano alla porta i postini televisivi di Maria De Filippi con una lettera scritta da una bellissima ragazza brasiliana, che sostiene di essere la sorella adottata a distanza tanti anni prima.
Con qualche leggera variazione, dovuta dai quindici anni e dai dieci film vissuti, Leonardo Pieraccioni compone ogni biennio la stessa allegra partitura per la commedia italiana natalizia. Un’altra canzone da suonare in controtempo alla greve/grave del cinepanettone di Christian De Sica & Co. Ingenui e romantici sognatori sostituiscono volgari imprenditori arricchiti, e lo splendore dei paesaggi toscani seppellisce pacificamente l’eterno scontro fra milanesi e romani. Ma, alla fine, è sempre la stessa musica. E anche se i ritmi produttivi sono meno serrati di quelli della squadra di De Laurentiis, i formulari delle storie dell’intrattenimento natalizio appaiono ugualmente rigidi in tutto il mondo, basti guardare il nuovo Capodanno a New York d’oltreoceano.
Quest’ultimo film sembra la cover dei suoi tormentoni degli anni addietro (Il cicloneIl paradiso all’improvviso), l’ennesima strada già percorsa. Tanto, non s’è capito ancora, che la forzatura di trovare per forza un lieto fine zuccheroso sia diventato un rito, oppure un’abile sceneggiatura accalappia poltrone.
Oltre all’impressione sempre più certa che il vero antidoto alla volgarità non sia la leggerezza del così lo vedi e così è, nemmeno la battuta facile e aspirata come la “c” toscana. E che il ripetersi all’infinito di gag e romanticherie non aiuti davvero a digerire il cine-panettone.

Tutto sul film in anteprima, in basso, dopo il salto:



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