Nel gran casino delle regole sulle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato premier, in attesa dell’assemblea nazionale di domani del PD, finalmente oggi si riunisce la Commissione Statuto.
Era ora.
E’ ovvio che le regole andavano stabilite per tempo.
Forse non è un caso che si sia scelta la via dell’ultimo momento utile, che è sempre la via dei colpi di mano e delle scelte indigeribili.
Perché le regole vanno fatte prima dell’inizio della gara. Vale per le primarie e vale per un sistema elettorale che si fa fatica a cambiare anche perché mancano pochi mesi alle elezioni. E tutti pensano soprattutto al proprio tornaconto.
Al dì la delle simpatie per Bersani, Renzi, Puppato, Gozi, Tabacci o Vendola ci pare che la confusione sotto il cielo sia molto grande.
C’è il rischio di non raggiungere domani il numero necessario di membri dell’assemblea nazionale per la deroga che permette ad altri candidati, oltre al segretario, di partecipare alle primarie.
C’è il rischio che le regole alla fine scoraggino il popolo delle primarie a recarsi ai seggi.
C’è il rischio che il PD imploda e qualcuno faccia delle scelte di rottura e faccia saltare il banco.
C’è chi cercherà di fare la cosa giusta, a prescindere dai candidati e dai loro ‘furiosi’ comitati.