Finché amore non ci separi di Anna Premoli

Creato il 19 giugno 2014 da Nasreen @SognandoLeggend

Finché amore non ci separi è un “legal romance” parecchio visivo, quasi un abbozzo di sceneggiatura. Che sia da attribuire a questo la narrazione in terza persona?

Per la prima volta, la Premoli si cimenta con l’uso della terza persona e, ahimè, l’esperimento riesce solo a metà. Il libro, seppur a tratti divertente – la scena del pub è spassosissima -, è privo del ritmo e meno ispirato del vendutissimo “Ti prego lasciati odiare”.

Intendiamoci, il libro non è male ma Anna Premoli ci ha abituate bene e da una scrittrice come lei, partita col botto, ci si aspetta sempre che faccia centro.

Protagonisti di questo libro sono Amalia Berger e Ryan O’Moore, rispettivamente avvocato e vice procuratore con un passato comune: entrambi hanno frequentato la stessa facoltà di legge ed entrambi erano attratti l’uno dall’altra, all’epoca e non solo…

Le vere delusioni non passano, cara. Impari solo a conviverci.

Si è sempre così miopi quando di tratta di se stessi? Evidentemente sì, visto che gli anni sono passati e Amalia e Ryan non fanno altro che attrarsi e respingersi, oggi come all’ora, come due calamite, lo scontro è inevitabile e l’attrazione… anche! Si rincontreranno in aula e, complice il carattere fumantino di entrambi, si ritroveranno condannati a diverse ore di servizio sociale.

Ma Amalia e Ryan hanno un problema più grave da affrontare. Entrambi sono due adulti fobici dei legami, tutti carriera e con l’idea che legarsi a qualcuno non sia decisamente roba per tipi come loro, figuriamoci una famiglia. E se Amalia, visto l’esempio avuto, è da capire, Ryan è proprio un mistero.

Ed eccoci alla nota dolente, il protagonista maschile. Ryan, purtroppo, è un personaggio poco riuscito, troppo titubante, troppo indeciso e criptico per essere un uomo da amare a prima lettura, salvo poi trasformarsi in un Uomo quando decide di lasciarsi andare alla passione con Amalia su ogni superficie della casa, e non sto esagerando.

Ma nel frattempo c’è una causa da portare avanti e intrattenere una relazione di letto, mentre si dibatte in aula, non solo è poco professionale ma è conflitto di interessi. Cosa fare? Ed ecco che in soccorso arriva Kayla.

Il tuo problema non sono i cinque giorni. O meglio, sono cinque giorni di sesso fantastico unito a dieci anni di attesa snervante. Ricordami di non scopare mai con qualcuno a cui ho fatto il filo da ragazzina. Il risultato potrebbe essere destabilizzante.

Kayla, a mio avviso, è il personaggio più riuscito. L’amica di Amalia è la sua vigile coscienza, i suoi consigli, seppur crudi – vedi sopra – sono uno spasso e ammetto che, fossi la Premoli, prenderei in seria considerazione l’idea di dedicarle un libro tutto suo, sarebbe una protagonista coi fiocchi. Ma torniamo ad Amalia e Ryan.

Per essere degli avvocati, o meglio un avvocato e un vice procuratore, Amalia e Ryan sono decisamente lenti a capire i loro sentimenti, ma la tattica del negare non serve a niente dal momento che il cuore difficilmente obbedisce al “collega” cervello.

Spiegatemi in quale universo due che si attraggono così possano pensare che una relazione sessuale di una settimana possa appagare la voglia di entrambi e che la passione covata sotto la cenere per dieci lunghi anni possa essere un fuocherello facile da estinguere con un colpo di mano. Perché quando quel fuoco esiste e gli lasci ossigeno, l’incendio è assicurato.

Amalia è un personaggio forte, deciso, insomma è lei l’uomo della situazione. Mentre Ryan… è Ryan, un uomo troppo rigido e pieno di preconcetti per riuscire a vedere i sentimenti che Amalia prova, anzi che provano entrambi. Ma c’è un problema, un altro. Amalia è ricca, troppo per Ryan che entra in paranoia una pagina sì e l’altra pure per qualcosa di cui la poveretta non è neanche responsabile. Ma si può?

Se lei non fosse stata chi invece era, ovvero parte di un immenso patrimonio che si tramandava di generazione in generazione con notevole cura, lui, la pazzia l’avrebbe anche fatta. Avrebbe prenotato un volo per domani stesso e, sempre che lei fosse sulla sua stessa lunghezza d’onda, l’avrebbe sposata nel giro di poche ore a Las Vegas.

Nel frattempo il processo prosegue, cosa fare? Rinunciare o andare avanti come se niente fosse? Chi tra i due si tirerà indietro? Chi tra i due cederà per primo? Ryan o Amalia?

Lei non sa cosa fare, mentre Ryan sembra essere affetto da ottusità acuta quando si tratta di Amalia Berger. La sua proverbiale e spiccata lucidità vanno a farsi benedire, e in sua presenza si trasforma da brillante e affascinante uomo ad esemplare meglio identificato come “ottusangolo”, eh sì, Ryan “ottusangolo” O’Moore.

In questo caso Ryan rispecchia in pieno l’uomo affetto da pregiudizio e orgoglio. Ops… orgoglio e pregiudizio? Non voglio scomodare paragoni troppo grandi, ma Anna Premoli dimostra che la Austen è sicuramente presente nelle intenzioni delle sue pagine. Ora prendetela come una considerazione del tutto personale, di cui mi assumo ogni responsabilità, ma sarei curiosa di sapere cosa ne pensa la Premoli al riguardo.

Che dire di più? L’idea era buona, ma forse avrebbe meritato di essere approfondita maggiormente. Non è che stavolta ti hanno messo fretta, Anna?


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