"Finché sarò tua figlia" di Elizabeth Little

Creato il 28 aprile 2015 da Eliza @BiblioEliza
Buon pomeriggio amici lettori!Giornata di pioggia, giornata di lettura! Quale miglior momento? E' pure freddo! Ne ho infatti approfittato per ultimare la lettura di Finchè sarò tua figlia di Elizabeth Little, gentilmente inviatomi dalla Garzanti. Mi è piaciuto tantissimo! Pronti per la recensione?

Titolo: Finché sarò tua figlia
Titolo originale: Dear Daughter
Autore: Elizabeth Little
Editore: Garzanti
Collana: Narratori Moderni
Pagine: 420
Ebook: € 9,99
Cartaceo: € 16,40
Data di pubblicazione: 23 aprile 2015
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TRAMA
Il cielo è immenso sopra di lei ed è così blu da fare male. Janie stringe gli occhi per non rimanere accecata. Non è più abituata a tutta quella luce. Janie ha ventotto anni, ma gli ultimi dieci li ha trascorsi in prigione, in cella di isolamento. Proprio lei, ragazza bella e ricca di Beverly Hills, viziata reginetta del liceo. Accusata di aver ucciso sua madre Marion, una donna esigente con cui non aveva un bel rapporto. Perché Janie era un'adolescente ribelle e contestatrice e sua madre non faceva nulla per nascondere la delusione di non avere la figlia perfetta. Tutte le prove erano contro di lei. Dopo l'ennesima notte di baldoria, era stata trovata priva di sensi accanto al cadavere della madre. Le mani sporche di sangue e le sue impronte dappertutto. Incapace di raccontare cosa fosse successo. Ma Janie ha sempre creduto di essere innocente. Ricorda poco della notte dell'omicidio, lo shock le ha confuso la mente, ma sa di aver sentito sua madre avere un alterco con uno sconosciuto e rammenta un nome, Adeline. E adesso che il suo avvocato è riuscito a farla uscire di prigione, Janie non ha dubbi. Deve dimostrare, soprattutto a sé stessa, di non essere colpevole. Deve diventare la figlia che Marion ha sempre sognato. Adeline è una città dell'Illinois. E lì che Janie deve andare se vuole capire la verità. Una città piccola e sperduta in mezzo alla campagna. Una comunità chiusa che guarda con sospetto e ostilità la nuova arrivata. E che nasconde tutte le risposte che Janie cerca...

RECENSIONE
Ci sono libri che ti fanno innamorare, libri che hanno una storia da favola, una protagonista che ti entra dentro perché vedi in lei qualcosa di speciale o perché, come direbbe una fascetta, ti arriva dritta al cuore. Questo non è uno di quei libri, è molto di più e per questo mi è piaciuto da morire!
Il romanzo di Elizabeth Little non è solo la ricerca della verità, dell'assassino/a di questa fantomatica donna perfetta, che l'opinione pubblica vuole uccisa dalla figlia. Jane non ricorda nulla della notte in cui la madre Marion è stata uccisa, ma tutte le prove sono contro di lei e per questo passa 10 anni in carcere, tra periodi di isolamento e turni in biblioteca. Neanche lei sa se ha ucciso o meno la madre, sa solo che lo ha desiderato. Marion non era una donna facile e non amava la figlia. Tutta la loro vita insieme non è stata altro che una ripicca l'una per l'altra, la voglia di umiliare e disprezzare. Jane però vuole capire, ma soprattutto dimostrare a se stessa di non essere come sua madre. Per questo, uscita di prigione, intraprende un viaggio, sotto anonimato, per scavare nel passato della madre e rimettere insieme i pezzi di un puzzle.
Non so dirvi se mi è piaciuta più la storia o la sua protagonista. Il viaggio di Jane la porta in un luogo isolato e sperduto, che stride fortemente con il mondo in cui e cresciuta, fatto di feste esclusive, castelli svizzeri e ville a Beverly Hills. E qua abbiamo già il primo elemento sulla vera natura di Marion. Nell'isolamento delle città gemelle di Adeline e Ardelle Jane cercherà di rimettere insieme le tracce dell'infanzia della madre per cercare di capire non solo il motivo del suo brutale omicidio ma anche l'origine del loro rapporto difficile, sperando che le due cose non coincidano. Jane si trova a grattare la polvere che ha coperto il passato della madre, un grattare che le rosicchia le energie e che in cambio le da solo pochi indizi. Ma non è una donna facile allo sconforto, dieci anni di carcere l'hanno allenata.
Ho amato ogni singola parte di questa storia, il brutale omicidio, l'ansia della fuga lontano dai riflettori, il bisogno di sapere, il tutto calato in un'atmosfera strana, polverosa e ovattata, quasi da pionieri.
Jane non è la protagonista gentile e dal cuore d'oro. Niente di tutto questo, anzi l'ho sentita più volte inquietante, cattiva, strafottente, è la classica cattiva ragazza che rimane tale anche da adulta. E' un personaggio duro e aggressivo e non solo a causa dei 10 anni di carcere, lo era già prima, plasmata proprio dal rapporto con la madre. Questa sua durezza traspare da ogni riga del libro e ne fa una protagonista particolare che però lascia molto di se al lettore. Di lei sappiamo tutto, debolezze, fragilità, punti forti. Tanto è enigmatica verso gli altri personaggi, tanto è aperta con i lettori. Ha una mente analitica, analizza tutte le sue mosse, le persone, l'ambiente che la circonda, calcola, misura, valuta, nulla le sfugge e tutte le informazioni possono essere utili ora o più avanti. Questo le ha insegnato la vita, ma anche la madre, con le sue critiche, le sue alzate di spalle, gli occhi sfuggenti, il disprezzo in ogni frase. E infondo qui sta il cuore del romanzo, nel rapporto madre e figlia, un rapporto che dire difficile è poco, ci sono solo invidia e perfidia, odio profondo. Lo stile della Little, che è con questo libro al suo esordio letterario, è perfetto per la storia, serrato ma coinvolgente, ti porta a continuare la lettura. Ha saputo creare una storia e una protagonista tormente ma non patetiche, non c'è sentimentalismo, non ti senti impietosita da Jane ma vuoi che vada avanti nella sua indagine.
Voto
Alla prossimaEliza

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