La sensazione lasciatami dal discorso di Gianfranco Fini a Mirabello è quella che si prova quando si attende per giorni la messa in onda di una puntata risolutiva in una serie tv per poi scoprire che quella puntata non ha risolto proprio un cazzo!
Anzi, ha allungato e riscaldato il minestrone lasciando agli sceneggiatori un lungo corridoio di porte aperte da poter infilare a piacimento per mandare avanti la soap opera. "
Sto per rivelarti chi ti ha sparato ..." "Finalmente ti sei deciso! Aspettavo questo momento da tanto!" "Tieniti forte però, la notizia non ti piacerà..." "Insomma, me lo dici o no?" "Temo che sia compito dello sceriffo dirtelo" "Ma vaffan...". Titoli di coda e una grande disappunto.
Sto paragonando la politica italiana a un serial? Ma perchè scusate, cos'altro sarebbe? Nella politica italiana non esiste mai una puntata definitiva, scritta da un autore dotato di palle quadrate che abbia il coraggio di mettere la parola FINE (come Fini) a certi annosi tormenti. Insomma, bisognerà andare al voto anticipato? Si farà un governo di transizione? Ci sarà una santa alleanza anti berlusconiana che va da Fini a Vendola?
Ma la domanda alla quale esigo una risposta prima che partano i maledetti titoli di coda è: Gianfranco Fini si è accorto solo ora che Silvio Berlusconi aveva una certa tendenza a confondere la res publica con la ressa degli affari suoi?
To be continued ... Titoli di coda.