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Fini, Ambra e suor Nicole: del senno di poi son piene le fosse

Creato il 18 febbraio 2011 da Massimoconsorti @massimoconsorti
Fini, Ambra e suor Nicole: del senno di poi son piene le fosse A noi piace chi si pente anche se, per il nostro spiccato laicismo, preferiremmo lo facesse fuori da un confessionale; pentirsi dopo una chiacchierata con il Cardinale Carrozziere o con Mons. Fisichella sarebbe inconcepibile oltreché contronatura. E ci piace perché è il modo più serio per ammettere di aver sbagliato, di aver commesso errori e, nello stesso tempo, di riconoscerlo e fare ammenda. È un po’ quello che è accaduto a Gianfranco Fini. Oddio, ha impiegato quasi un ventennio per rendersi conto di essere stato alleato con un personaggio dal potere economico e mediatico fuori da ogni regola, però lo ha fatto. E che la cosa sia avvenuta quando si è visto scippare sotto gli occhi deputati e senatori non è che un inciso, quello che conta è la presa d’atto. Lo dicevamo nel post di ieri, l’unico modo che Silvio ha di salvarsi da una situazione oggettivamente pesante dal punto di vista penale, e intollerabile da quello morale è pagare, nella speranza che qualcuno rinvii al Parlamento i suoi guai giudiziari dove, arrivati a questo punto, avrebbe i numeri per uscirne fuori. Che il potere di attrazione di Berlusconi fosse la diretta conseguenza del fascino del suo portafoglio, Fini lo sapeva benissimo. Che avesse dalla sua la quasi totalità della stampa popolare e la totalità delle televisioni commerciali era cosa risaputa. Che Berlusconi usasse i suoi Giornali a scopi intimidatori e diffamatori lo sapeva perfettamente molto prima del caso Boffo e di quello della casetta di Montecarlo. Forse Fini ricorda quando il Giornale pubblicò l’intercettazione fra Fassino e Consorte, e ricorda come quello scandalo contribuì, anche se indirettamente, alla disfatta del governo Prodi. Fini era, ed è, a conoscenza di tutto e forse è per questa ragione che abbiamo trovato sorprendente il fatto che oggi se ne lamenti. La lunga intervista rilasciata ieri al Secolo d’Italia però, ci ha anche fatto capire che la sua è diventata una battaglia politica quasi seria con alla base una forte idealità e una voglia di “destra europea” che non può vedere al suo interno né il “pagliaccio” Barbareschi né il galantuomo tanto al chilo Moffa né l’imbarazzato perenne Baldassarri né, tantomeno, Furia il cavallo del WestLa Russa o il bradipo Gasparri (su Alemanno, Storace e la Polverini stendiamo una patina di indifferenza). Evidentemente il ruolo di presidente della Camera in qualche modo cambia le persone. Veronica Pivetti da politica è diventata showgirl, Fausto Bertinotti da ateo ha iniziato la sua ricerca di Dio e Fini si è spostato un po’ a sinistra. L’unico al quale non ha fatto né caldo né freddo è stato il Pierfy: doroteo era, doroteo è rimasto anzi, è peggiorato. Ieri sera, complice Annozero, abbiamo conosciuto la versione politically incorrect di Ambra Angiolini. Il fervore con il quale si è vestita del ruolo di donna e mamma ci ha sorpreso. Il fatto di aver difeso strenuamente la dignità e il ruolo della donna non può che farle onore in un momento in cui le donne di spettacolo sembra abbiano trovato tutte le scorciatoie possibili per emergere. Peccato però che il suo passato televisivo cozzi terribilmente con il presente. Anche lei, forse, si è pentita di “Non è la Rai”, anche lei ha avvertito il peso di essere stata una delle fautrici del "corso berlusconiano", forse ha voluto far ammenda della propaganda elettorale pro Silvio della quale fu protagonista in video molto tempo fa. Ambra, Isabella Ferrari, Laura Freddi, Alessia Merz, la stessa Claudia Gerini furono le iniziatrici del fenomeno televisivo del “lolitismo” e magari senza di loro non ci sarebbe stata Ruby ma, come si dice, “dimmi chi sono e non chi sono stata”, soprattutto in presenza del pentimento di cui sopra. E si è pentita anche suor Nicole. Pentita di essere andata la sera del 27 maggio a recuperare in questura l’accusata di furto Ruby Rubacuori nipotina birichina di Mubarak. Ma suor Nicole, al contrario di molte altre protagoniste di questo mercificante affaire del sesso, ha una scusante: lei lo ha fatto per amore di Silvio e, com’è universalmente risaputo, omnia vicit amor. Perla di Annozero di ieri la dichiarazione di una delle ragazze “pronte a tutto” rilasciata a Formigli armato di parastinchi: “Berlusconi è una persona dotata di una grandissima cultura”.Ora, di sicuro sappiamo che ha letto in tutta la sua vita due libri: “Elogio della follia” di Erasmo da Rotterdam e l’autobiografia di MikeBongiorno. Sappiamo per certo che “Il principe” di Machiavelli gli è stato tradotto da Veronica Lario e che tiene sul comodino da più di trent’anni il “Piano di rinascita democratica” della P2 di Licio Gelli del quale ha letto il primo capitolo e poi si è addormentato (da qui la definizione di “massone in sonno”). Da dove gli provenga tutta la cultura di cui ha fatto cenno la signorina di ieri sera non lo sappiamo, quello di cui siamo certi è che il suo amico Mohammed Esposito ogni sera si prodiga in ripetizioni di barzellette.

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