Che Fini abbia effettivamente questo complesso di inferiorità (politica), nutro personalmente i miei forti dubbi. Certo è pur vero che da grande alleato del Cavaliere (che – ricordiamo – lo sdoganò negli anni ‘90 e lo portò agli onori degli altari politici) è passato al ruolo di acerrimo oppositore del Premier, con un forte e palpabile desiderio di cancellarlo dalla politica italiana. Ma è anche vero che questo non è sufficiente per registrare un complesso di inferiorità. È necessario qualcosa di più.
La verità mi pare più complessa. Il problema degli analisti politici, davanti a Fini e al suo lento ma inesorabile declino politico, è capire esattamente quali siano i suoi sentimenti nei confronti del Premier. Tutti dicono che lo odia, ma pochi in verità comprendono la realtà delle cose. Fini è un politico da Prima Repubblica. Aveva grandi aspettative, e queste aspettative le alimentava già dall’epoca in cui era lui il fido alleato del Premier. Era convinto che l’alleanza con Berlusconi fosse un’alleanza paritaria: un giorno il Premier lo faccio io e un giorno lo fai tu. Ma tutti – tranne Fini evidentemente – sanno che governa colui che ha i voti, e seppure Alleanza Nazionale ne avesse parecchi, non arrivava neanche lontanamente a sfiorare quelli di Forza Italia. Perciò Fini con il tempo si è dovuto accontentare del ruolo di (eterno) secondo, seppure continuasse ad alimentare le sue ambizioni, e l’esperimento europeista dell’Elefantino ne fu la prova. Così come ne è la prova la nascita di Futuro e Libertà e la sua rottura con il Premier e il PDL.
Tutto ciò è frutto di un complesso di inferiorità? Probabile, se non fosse che il complesso di inferiorità è appunto un complesso, non la realtà delle cose. Il vero è che Fini non ha alcun complesso. Egli è ben consapevole che la politica è fatta di grandi uomini e di piccoli uomini. Sa bene che Berlusconi – nel bene e nel male – è di un altro pianeta. Lo sa perfettamente, ma anziché agire di conseguenza, si è lasciato guidare dall’orgoglio (credo alimentato anche da fattori esterni) e ha disatteso non tanto le aspettative di un Premier che si nutre – a ragione o torto – del suo ego sterminato, ma di quella massa di persone che, fedeli alla cultura della destra, hanno visto il loro punto di riferimento demolirla un giorno sì e l’altro pure. È come se per fare un dispetto a Berlusconi, Fini abbia sconfessato la sua identità politica e l’abbia svenduta al peggior offerente di sempre: la sinistra.
La verità sul complesso di inferiorità è dunque questa: non vi è mai stato alcun complesso, quanto la consapevolezza che esiste una inferiorità reale. Non un complesso psicologico-politico, ma un dato di fatto! Più volte Fini lo ha dimostrato con la sua ansia di compiacere i sinistrati di ogni risma. È come se, resosi a un certo punto consapevole che tra lui e Berlusconi esiste un abisso politico enorme, abbia tentato di colmarlo in ogni modo, compresa l’alleanza con gli avversari peggiori del Cavaliere.
Oggi il Presidente della Camera accusa Berlusconi di essere ossessionato dalla sua figura e ostenta un atteggiamento di compatimento nei suoi confronti. Il vero è che Berlusconi benedice tutti i giorni l’abbandono di Fini, perché per il PDL le cose si sono fatte molto più semplici, anche nei rapporti con la Lega. Perciò se esiste una realtà incontestabile, è quella che dice che Fini ha perso su tutta la linea. Del resto, guardiamo ai fatti: ha consegnato la destra, l’MSI-AN, e dunque la cultura della moderazione a Berlusconi. Gli ha consegnato i suoi elettori, i suoi valori, i suoi giornali e i suoi uomini politici e intellettuali. E a lui non è rimasto niente, se non Bocchino. E volete che Berlusconi sia ossessionato dal nulla? Chi è da compatire?
Autore: Il Jester » Articoli 1379 | Commenti: 2235
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Tags: AN, berlusconi, destra, Fini, fli, Gianfranco Fini, pdl Potrebbero interessarti anche:-
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