Insomma, udite udite, dopo aver approvato a luglio il Piano Regolatore degli Impianti Pubblicitari il Comune cosa fa? Finalmente lo applica? Neppure per sogno! Impaurito dall'aver approvato finalmente un provvedimento che rischia di funzionare, che rischia di sistemare un settore dove il livello di mafiosità e la quantità di denaro farebbe apparire Buzzi e Carminati come due innocue educande, il Comune si ferma e... sperimenta! Cosa c'è di più inattaccabile di una bella sperimentazione. Approvo una legge efficace e poi la applico sperimentalmente ad una strada. Chi apprezza quella legge è felice perché inizia a vederla operativa, chi non l'apprezza è felicissimo perché sa che quella sperimentazione andrà avanti per anni e che in quegli anni di tempo recuperato potrà continuare a lucrare sul caos di tutto il resto della città quella strada esclusa.
E' quello che sta succedendo nel settore della cartellonistica a Roma dove il Comune invece di marciare spedito (Ignazio Marino ha oggi praterie davanti a se per poter marcare grandi azioni di discontinuità, e invece siamo ancora alle sperimentazioni. Per di più in un settore super strategico come l'advertising esterno) cincischia sapendo di cincischiare. Le autorizzazioni e le concessioni scadono tra 20 giorni, il Prip è stato approvato da mesi e non si è proceduto. Dove è il bando? Dove sono le pianificazioni per avere un serio bike-sharing, un sistema di toilette meccanizzaate, manutenzione e arredo urbano? Perché non si va avanti? Perché non si pubblicano i bandi?
Le risposte sono evidenti e sono atroci specie alla luce di quel che emerso negli ultimi dieci giorni dalla Procura della Repubblica, in attesa che riemergano le mille carte - insabbiate fino all'arrivo di Pignatone - che riguardano la mafia dello scandalo cartellopoli. Uno scandalo, ribadiamolo con forza, dieci volte più grande di quello emerso fino ad oggi. Quali sono le risposte? Che si cerca di perdere tempo, di fare ammuina, di buttarla in caciara, di procrastinare il più possibile la sistemazione di un settore che, se non portato a regime, ogni secondo che passa fa perdere un sacco di soldi al comune e dunque a tutti noi. Uno scandalo in un momento in cui la città lotta tra tagli, risparmi e commissariamenti del debito. In tutto questo quadro un settore che potrebbe dare un contributo enorme al bilancio del Comune viene tenuto artatamente chiuso in armadio, sapendo che l'armadio è pieno di tarme e non facendo nulla per cacciarle via. Perché?
Ciò che sta facendo l'amministrazione è molto grave. Sta facendo come quei giocatori che, trovandosi all'ultimo minuto di una qualche importante partita di calcio di fronte alla porta vuota degli avversari la buttano volutamente fuori costringendo tutta una squadra, che praticamente aveva già vinto il match, a ricominciare l'azione da centrocampo, col rischio, il gol, di prenderlo. Un gioco rischiosissimo e senza nessun guadagno salvo quello del quieto vivere e del buon vicinato con società con le quali invece qualsiasi amministrazione seria non prenderebbe neppure un caffe.