FINITO IL TEMPO DELLE VACCHE OBESE, RISCHIO DEFAULT PER IL TPL CAMPANO - Resteranno solo le infrastrutture come reperto archeologico per i turisti

Creato il 14 ottobre 2011 da Ciro_pastore
Dalle colonne di tutti i quotidiani locali alte si alzano le grida disperate dell'Assessore ai Trasporti Vetrella. L'impavido scienziato annuncia, urbi et orbi, che senza un'iniezione rapidissima di 500 milioni di euro, quasi mille miliardi delle vecchie lire (traduco in lire per chi non ha dimistichezza con tali cifre), non c'è altro da fare che chiudere baracca e burattini: il TPL della Campania farà restare tutti i cittadini di questa regione a piedi.E per dare un'altra iniezione di fiducia, ci anticipa che l'anno prossimo sarà ancora peggio. Insomma, il TPL campano sta per trascinare l'intera regione al default. Molte, peraltro, le similitudine con la Grecia. Dimensioni territoriali e popolazione simili, economia parimenti assistita, classe politica più intenta al vetero-clientelismo che capace di progettualità (fondi europei depauperati a go go) e perfino educata alla prossimità – quanto meno culturale - con la criminalità organizzata.
Nelle stesse ore, il mitico Vetril, ex Direttore del CIRA (che non è una famosa pizzeria di Mergellina), ci ha pure informato che ha dato mandato al Direttore dell'ACAM – Agenzia Campana per la Mobilità – Sergio Nigro, di guidare una commissione che valuti come e perché i lavori di costruzione nei cantieri della metro e di altre linee ferroviarie vanno a rilento. A parte il risibile ruolo svolto dall'Agenzia alla motilità (ops, mobilità), ma secondo voi ci vuole una commissione ad hoc per stabilire perché i lavori languono? Se le ditte costruttrici non ricevono soldi, è ovvio che non hanno alcuna spinta ad eseguire i lavori nei tempi stabiliti. Per usare lo stesso gergo dei presunti corrotti dell'inchiesta SEPSA: “Tu dare denaro e vedere cammello, appena non dare più denaro, cammello smettere di camminare”. Ma tant'è, la forma è forma, e va sì rispettata
Il problema è che, a parte la forma, si evidenzia una schizofrenia di fondo, davvero esilarante. Ma come, dico io, ci preannunci che il TPL è prossimo alla serrata e stai a preoccuparti di come e se avanzano i lavori? Sarebbe come se nostra moglie al ritorno a casa ci dicesse di essersi incazzata con il nostro abituale fornitore di caviale per un ritardo nella consegna, dimenticando che ci hanno tagliato luce e gas per morosità. Chist' so' pazz...
Ma, in fondo, volete mettere la soddisfazione di mostrare, nei prossimi decenni, alle future generazioni di turisti asiatici le nostre meravigliose stazioni dell'arte, i mirabili e funzionali collegamenti fra le tanto sbandierate 6 linee metropolitane, l'avveniristica stazione dell'Alta Velocità, i mille bus con aria condizionata e display intelligenti? Novelli reperti di un'archeologia dei servizi, testimonianza di un'età che passerà agli annali come l'Era del Ferro, di cascettiana memoria. Ai turisti stupefatti da tanto patrimonio archeologico sarà difficile spiegare, però, che fine fecero i lavoratori del settore, di cui a quel tempo non saranno restate tracce. Qualche storico avanzerà l'ipotesi che una sorta di bomba nucleare – denominata Cascetta/Vetrella – fece dissolvere l'intera categoria, oramai considerata un inutile orpello da eliminare. Di migliaia di vittime non rimarrà che lo sbiadito ricordo tramandato oralmente da una setta di catacombali che vivrà nelle viscere della terra, forse in una delle gallerie non ultimate per mancanza di fondi.
Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli
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