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Il nome scientifico di questa pianta, Chaenomeles japonica, deriva dall'unione della parola greca "chéno" (aperto) e di quella latina "mela", in quanto i frutti che produce, simili a mele, tendono ad aprirsi con il termine della maturazione; l'attributo "japonica" è stato aggiunto per sottolineare l'origine asiatica della pianta. Come arbusto di medie dimensioni, il fior di pesco non arriva a superare i due metri di altezza; inoltre, è caratterizzato da portamento espanso e disordinato, con la tendenza a formare cespugli particolarmente fitti e spesso dotati di spine. La pianta fiorisce intorno a marzo-aprile, prima che compaiano le foglie, e ci fa ammirare fiori nelle tonalità del rosa e del rosso-arancio. Produce frutti commestibili, consumabili previa cottura e spesso utilizzati per la preparazione di confetture.
Di questa pianta colpisce la facilità con cui è possibile coltivarla, data essenzialmente dalla sua rusticità, che le permette di resistere alle basse temperature (fino anche a -15°C) e alle intemperie. Nonostante tolleri l'ombra, l'ideale sarebbe disporla verso i raggi diretti del sole, in modo da ottenere ricche fioriture. Inoltre, dovreste predisporre un terreno fertile e fresco, arricchito di materia organica, terriccio poco stallatico e letame maturo. Fatto ciò, potete disporre il vostro arbusto, avendo cura di schiacciare il terreno attorno ai fusti. I concimi consigliati sono quelli pensati per piante fiorite, ricchi in fosforo e potassio. Ricordiamoci che si tratta di una pianta che mal tollera i ristagni di acqua, ragion per cui è preferibile lasciare il terreno asciutto, piuttosto che annaffiare eccessivamente.
Il momento migliore per effettuare la potatura è quello successivo alla fioritura, in modo tale da non rovinare l'elemento ornamentale della pianta. In ogni caso, si raccomanda di effettuarla ogni anno, accorciando i rami sviluppatisi nell'anno precedente, ed eliminando quelli secchi e storti : in questo modo, oltre a modellare la chioma, impedirete alle ramificazione di infittirsi eccessivamente, tanto da impedire l'insolazione dei rami più interni. La pianta è facile preda di Erwinia amylovora, causa del colpo di fuoco batterico, che si può combattere con irrorazione completa a base di rame, due o tre volte all'anno. In primavera, è suscettibile di attacco da parte di afidi, di cui possiamo eliminare le colonie più grandi manualmente, per passare poi all'utilizzo di un insetticida a base di piretro.
Il miglior uso che si possa fare di questa pianta sta nello sfruttare i suoi frutti. Questi maturano e vanno raccolti intorno a settembre-ottobre, in modo tale che non vadano persi sapore e profumo. Proprio per la loro fragranza, un primo uso che si può fare di questi frutti è quello di riporli in un armadio o in un ambiente che vogliamo profumare. Inoltre, queste "piccole mele" sono ricche in pectina, risultando particolarmente utili nella preparazione di marmellate e confetture. Esiste poi una ricetta tipica estone che ci permette di preparare un dolcificante per il té, dal sapore leggermente acidulo, simile al limone : tagliare a fettine sottili il frutto, mischiarlo ad uguali quantità di zucchero e lasciare riposare per due settimane, finché lo zucchero non si sarà sciolto completamente; si consiglia di conservare il preparato in frigo.