Fiore di ciliegio

Creato il 17 luglio 2010 da Giardinaggio @Giardinaggionet

Simbologia


Regalare un ramo di ciliegio fiorito indicava un ammirevole comportamento educato, secondo il significato ottocentesco anglosassone dell’epoca vittoriana mentre, in Cina, si riferisce ancora alla bellezza e alla sessualità femminile. Nella simbologia giapponese incarna un messaggio augurale di buon auspicio, felicità, affetto, amore, ma anche di caducità per la brevità del ciclo di vita di questi fiori delicati e fragili dalla bellezza radiosa destinata a sfiorire al massimo nell’arco di due settimane all’anno.

La complessa moltitudine dei significati nipponici è collegata alla precarietà dei fiori di ciliegio quale metafora della durata effimera per natura e della mortalità umana. Proprio in questa accezione si riflette l’esistenza del samurai nell'iconografia classica: rappresentato nella grandiosità della sua figura con indosso l’armatura – di estrema bellezza come un fiore di ciliegio – di colpo può tuttavia essere stroncato dal nemico magari soltanto con un colpo di spada. La vita da guerriero conclusa così precocemente, ma con onore, rimanda ai petali che cadono a terra durante un temporale improvviso come gocce di sangue che, secondo una leggenda nipponica, avrebbero colorato in rosa tenue la fioritura di ciliegio degli alberi ai piedi dei quali venivano seppelliti, per tradizione, i corpi dei samurai. Esclusivamente a queste guardie imperiali era riservato il tatuaggio dei fiori dei ciliegi, rimasto in seguito a simbolo di tutte le arti marziali.

Di influenza buddhista è stato invece il sovrapporsi dell’antico concetto di ‘mono no aware’, cioè dell’essere consapevole e un po’ rammaricato del trascorrere transitorio della vita.

Per tutti questi simbolismi, in Giappone l’immagine dei fiori di ciliegio è la più ricorrente, dalle attività umane culturali – arte, manga, cinematografia, musica – fino ai beni di consumo (kimono, arredamento, suppellettili, cancelleria). I fiori vengono anche essiccati per essere preparati in tisana calda in occasioni speciali.

La rappresentazione del fiore di ciliegio è stata utilizzata anche per alimentare il sentimento patriottico tra i giapponesi durante la Seconda guerra mondiale: i piloti nipponici li portavano con loro durante le missioni e i kamikaze ne volevano dipinto uno su una fiancata del loro aereo prima dell’ultimo volo suicida. Simbolo dell'intensità e della transitorietà della vita come i petali dalla durata fugace, i giovani aviatori sacrificavano la loro vita immolandosi in guerra in onore dell'imperatore. Così i soldati cadevano sul campo di battaglia in ordine sparso come petali di fiore di ciliegio trascinati dal vento e – secondo una credenza popolare avvalorata dal governo – le loro anime proprio in questi si reincarnavano.

'Festival del Ciliegio in Fiore'


Nella ‘Terra del Sol Levante’, il fiore ciliegio – nazionale, ma non ufficiale – rispecchia meglio la tradizione storico-culturale, tanto che ne sono diffuse 200 varietà giapponesi che non producono frutti, ma sono soltanto ornamentali, con fiori bianchi sfumati in rosa pallido oppure rosa intenso, in alcuni casi anche più grandi o con moltissimi petali. Vengono piantati ovunque – parchi pubblici, siti storici, rive dei fiumi, cortili scolastici, ecc. – per potere ammirare i ‘fiori di ciliegio’ (‘Sakura’) passeggiando.

Nella tradizione secolare giapponese, il ‘Festival del Ciliegio in Fiore’ consisteva nel recarsi nei parchi per contemplarvi i ciliegi ‘in fiore’ (‘Hanami’) sistemati seduti lì sotto, chiacchierando con gli amici, allietati da musiche e balli tradizionali. L’usanza popolare di celebrare la bellezza naturale di questo sbocciare e l'inizio della nuova stagione continua tuttora, tra picnic e canti.

La fioritura dei ciliegi, segnalata in Giappone con bollettini meteorologici locali, inizia a gennaio ad Okinawa, tra la fine di marzo e l'inizio di aprile avviene a Kyoto e a Tokyo, e poche settimane dopo a Hokkaidō. In questa occasione, i festival sono innumerevoli, ma la maggior quantità di ciliegi è presente sul Monte Yoshino (100 mila alberi), vicino a Nara, nel Maruyama Park (6 mila) a Kyoto, e nell’Ueno Park (1.500), a Tokyo. Qui, nel 1964, è stata anche fondata l’associazione dei ‘Fiori di Ciliegio’ apposta per proteggere gli alberi esistenti e incoraggiarne la diffusione in tutto il mondo.

I ‘Festival del Ciliegio in Fiore’, organizzati ogni primavera in moltissimi parchi nel mondo, richiamano una moltitudine di visitatori. Vancouver, in Canada, vanta migliaia di questi alberi – ricevuti in donazione dal Giappone nel 1959 e nel 2001– sistemati in numerose strade e nei parchi. L’identica elargizione ebbe luogo negli Stati Uniti, in particolare a New York (Sakura Park a Manhattan), a Washington (West Potomac Park) e a Philadelphia (Fairmount Park), ma la maggiore quantità di ciliegi nella nazione è a Macon, in Georgia, dove supera i 300 mila, e a Newark, nel Branch Brook Park (1895) – insignito come Luogo Storico nei Registri del New Jersey e della nazione – con oltre 5 mila, in almeno 14 varietà differenti.

Anche nella Corea del Sud sono diffusissimi i ‘Festival dei Fiori di Ciliegio’. A Seoul, vennero abbattuti i ciliegi piantati dai giapponesi a Gyeongbok Palace per celebrare il cinquantesimo anniversario della resa del governo di Tokyo nella seconda guerra mondiale. Infatti, il Giappone imperiale era solito, durante le imprese coloniali, piantare questi alberi su una zona in un territorio occupato per rivendicarne ufficialmente la proprietà.

Nel Nezahat Gökyiğit Botanical Garden, a Istanbul (Turchia), 587 alberi di ciliegio sono stati invece piantati in ricordo dei 587 soldati morti a bordo della Fregata Ertuğrul, affondata in Giappone durante un tifone nel 1890.

La fioritura dei ciliegi e dei meli è una grande attrazione turistica anche in Germania e ha un ruolo importante nell'economia locale nella fertile regione Altes Land – la maggiore coltivata a frutteti contigui in Europa centrale – dai tipici villaggi dalle case coloniche fittamente decorate a graticcio.

In Italia, una leggenda popolare narra invece che, nel 1166, un ciliegio secco fiorì miracolosamente ad Acquapendente, nella Tuscia (alto Lazio). Gli acquesani lo interpretarono come un evento di un buon auspicio, così insorsero e cacciarono Federico Barbarossa dai loro territori brandendo i pungoli, i bastoni con la punta in ferro usati dai contadini per spingere i buoi. Da allora, al ‘Miracolo della Madonna del Fiore’ è dedicata la tradizionale ‘Festa dei Pugnaloni’ (ex ‘Festa di Mezzomaggio’) – unica nel suo genere – ogni anno (eccetto che dal 1929 al 1958), nella terza domenica di maggio. Durante le rievocazioni in costume storico, i pugnaloni – grandi pannelli con decori a mosaico di foglie e petali, così denominati dai pungoli – vengono esposti nel centro storico e portati in processione, ornati da ghirlande di fiori anche di ciliegio, dietro la statua della Madonna.

Sulle colline modenesi, nella cittadina di Vignola, dal 1970, la ‘Festa dei Ciliegi in Fiore’ continua per tre settimane a cavallo tra marzo e aprile come buon auspicio per la famosa produzione della ciliegia mora. Il centro storico si anima con diverse iniziative di interesse culturale, artistico e commerciale: concerti bandistici, rappresentazioni folcloristiche, sfilate di carri allegorici ispirati alla fioritura bianca e profumata nella valle del Panaro, ecc.

Arte e letteratura


Nella letteratura e nella poesia giapponese, i fiori di ciliegio che sfioriscono erano paragonati alla lenta caduta a terra dei fiocchi di neve, ma erano anche associati alle nuvole per il loro sbocciare sui rami quasi contemporaneamente e ammassato in gruppo.

Questo fiore di tale bellezza raffigurato nelle opere esposte all’Exposition Universelle di Parigi, nel 1867, impressionò gli artisti europei, tanto che iniziò così a diffondersi la tendenza verso un nuovo stile definito ‘Japonisme’ (Giapponismo). Oltre ad avvincere pittori (Van Gogh, Manet, Renoir, Degas, Monet, Gauguin, ecc.) e scultori, diventò una corrente culturale ispirata al modello giapponese coinvolgendo anche la letteratura e le arti decorative.

Appassionato di giardinaggio, lo scrittore e drammaturgo russo Anton Čechov (1860-1904) piantò un giardino di ciliegi ad uso personale. Due opere sono ispirate alla sua biografia, una delle prime e l’ultima: il racconto lungo intitolato ‘La steppa’ (1888) è la storia di un bambino su un carro durante un lento viaggio estivo attraverso la steppa ucraina, tra campi di fiori di ciliegio e incontri, diretto in città dove avrebbe iniziato a studiare al ginnasio; il testo teatrale classico della letteratura drammatica dal titolo ‘Il giardino dei ciliegi’ (1903) tratta dei cambiamenti sociali avvenuti in Russia.


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