Simbolismo
La fioritura precoce sul ramo di mandorlo appare come un segnale di rinascita al profeta Geremia, nella Bibbia; nell’Esodo, Dio indica a Mosè di prenderne i fiori a modello per forgiare l’oro con il martello in modo da ottenere l’antico candelabro ebraico (Menorah) a sette bracci. Nel testo biblico dell’Ecclesiaste, i fiori di mandorlo sono l’emblema di quanto la vita scorra velocemente fino all’invecchiamento. Entro poco più di una settimana mutano di tonalità dal bianco rosato al bianco candido prima di cadere dai rami. L’interpretazione del versetto è duplice: i petali bianchi rappresentano i capelli canuti oppure la vigilanza che accompagna la vecchiaia.
Mitologia e cultura
Quest'antica epopea greca di Fillide venne ripresa da Ovidio nell’opera erotico-mitologica intitolata ‘Eroidi’ (Heroides), composta tra il 25 a.C. e il 16 a.C., pubblicata tra l’8 a.C. e il 5 a.C. Si trattava di una raccolta di 21 lettere poetiche immaginarie, d'amore e di dolore, tra le quali 15 scritte da eroine abbandonate dai loro innamorati o mariti, tre da eroi con abbinate le tre risposte.
Questa commemorazione di Ovidio venne ripresa dallo scrittore e poeta inglese Geoffrey Chaucer (circa 1343-1400) nel poema epico dal titolo ‘La Leggenda delle donne virtuose’ (The Legend of Good Women), nel quale narrò in forma onirica la tragica storia di Fillide, oltre a quella di altre protagoniste storiche e mitologiche rattristate per essere state lasciate dall’amato.
Nel 1882, Fillide e Demofonte vennero rappresentati nella loro speranza appagata, abbracciati e nudi, davanti a un albero di mandorlo fiorito, nell’olio su tela dal titolo 'L'albero del perdono' (The Tree of Forgiveness), dipinti dall’inglese Edward Coley Burne-Jones (1833-1898), uno dei migliori Preraffaelliti in Inghilterra. L’opera, di notevole potenza espressiva, fu anticipata da un acquerello nel 1870, nel cui retro comparivano citate le ‘Eroidi’ di Ovidio.
I fiori di mandorlo ispirarono anche più di una decina di quadri al pittore olandese Vincent van Gogh (1853-1890). Uno dei più famosi fu l’olio ‘Ramo di mandorlo in fiore’, dipinto a Saint Remy de Provence prima di morire, in occasione dell’annuncio della nascita del nipote Vincent Willem, figlio di suo fratello Theo. La posizione dei fiori e la precisione delle linee indicano che fonte di ispirazione per il pittore impressionista fu l’arte dell’incisione giapponese, mentre il soggetto simboleggia l’affacciarsi di una nuova vita.
Magia, leggende e folclore
Alle tradizioni arcaiche folcloristiche della Spagna appartiene una leggenda araba secondo la quale il califfo musulmano Abd al-Rahman III fece piantare dei mandorli sul terreno collinare attorno al suo palazzo nel villaggio di Madinat-al-Zahra (Medina Azahara), nei pressi di Cordova. Egli voleva restituire il sorriso all’amata moglie Azahara, che soffriva di nostalgia, alla vista dei fiori bianchi assomiglianti al candido manto di neve della Sierra Nevada, che lei un tempo poteva ammirare dalla propria abitazione a Granada.
In Italia, una tradizione popolare siciliana rinnova ogni anno, dal 1934, i festeggiamenti per la fioritura dei mandorli, che preannuncia l’inizio del tepore della stagione primaverile, in arrivo anticipato nella provincia di Agrigento. E’ il periodo in cui tutto il paesaggio della zona si ammanta di un suggestivo velo di fiori bianchi leggermente profumati che sembrano ricoprire come una coltre l’antica Valle dei Templi e quella del Paradiso, oltre al soprastante paese di Naro. Questo contesto, tra la prima e la seconda domenica di febbraio, si anima con la ‘Sagra del Mandorlo in Fiore’, una manifestazione culturale di ragguardevole successo che si svolge in contemporanea con il ‘Festival Internazionale del Folclore’ nell’intento socio-culturale di onorare la pace tra tutti i popoli.
In Germania sono popolari le numerose iniziative dirette a promuovere la pianta di mandorlo a scopo ornamentale e turistico. Nello Stato meridionale della Renania-Palatinato, il paesaggio attorno alla pittoresca città di Neustadt an der Weinstrasse diventa spettacolare per la nuvola fiorita, dal colore bianco-rosaceo, che preannuncia l’arrivo della primavera. Nella regione del Palatinato, è famosissima la ‘Sagra dei Fiori di Mandorlo’ (Gimmeldingen Mandelblütenfest), organizzata a ricorrenza annuale dal 1935, tra la metà di marzo e l’inizio di aprile (a data variabile fissata tre o due settimane prima) nel villaggio di Gimmeldingen, nella regione del Palatinato, lungo la turistica ‘Strada del Vino’ (Weinstraße), la più antica del genere in Germania. Mentre prende il via il primo di più di un migliaio di festival del vino locale della stagione offrendo degustazioni, i visitatori passeggiano procedendo lungo un percorso educativo dedicato alle mandorle gustando i tipici biscotti a forma di questo fiore decorato con glassa di zucchero rosa. Non manca neppure l’elezione della ‘Reginetta dei fiori di mandorlo’ dell’anno.
Nel sud del Marocco, lo spettacolo effimero della bellezza naturale dello sbocciare dei fiori viene festeggiato ogni anno, nel mese di febbraio, con il ‘Festival del Fiore di Mandorlo’. Musicisti, , ballerini e cantastorie allietano per l’occasione il villaggio di Tafraoute, tra le montagne Anti-Atlas, al centro della Valle Ameln, famosa per la produzione di mandorle.
Da prima del XIV secolo, nel periodo tra marzo e aprile, una folla di persone provvista di samovar e di manicaretti arrivava a Srinagar, nel nord dell’India, da tutta la valle del Kashmir, per godersi lo spettacolo incantevole del famoso giardino storico ‘Badamwari’ (Alcova di mandorle) con i primi fiori di mandorlo sbocciati appena scomparso il gelo dell'inverno. Fino agli anni ‘70, venivano anche organizzati spettacoli culturali e festival apposta per dare il benvenuto alla fioritura di mandorlo e alla primavera con un tripudio di colori, canzoni popolari e tanta allegria. Ma l’appuntamento annuale, che riuniva i partecipanti senza alcuna barriera di casta, di credo e di religione, si interruppe per l’avanzata dell’urbanizzazione nel parco secolare. Rimasto in stato di abbandono per anni, degradandosi sempre di più, nel 1991 fu chiuso, finché la Banca statale dello Jammu & Kashmir si è presa in carico i lavori di ripristino di un’area all’interno, non ancora fagocitata dall’ondata edilizia, e ha fatto piantare più di 1.500 piante di mandorle nel giardino. Salvate tradizione e cultura di questo patrimonio naturale dal glorioso passato, nel 2008 finalmente è stata riaperta questa attrazione turistica tanto popolare.