Fiori d'arancio

Creato il 22 maggio 2013 da Phoebe1976 @phoebe1976

Questa è la stagione dei matrimoni e, alla faccia di quelli che dicono che tanto non si sposa più nessuno, io sono invasa dalla febbre dell’altare.

Non che ne sia contagiata, state sereni. Io sono immune dal virus, vaccinata sin da piccola al suono di svariata orride collezioni di bomboniere parentali in porcellana da quattro soldi che conservavo gelosamente in una orrida casina fatta apposta per loro. E ci parlavo, anche. Deliziosamente kitsch, non trovate?

Insomma, nel tempo mi sono elevata oltre questa smania irrisolta che attanaglia il sesso femminile, fatta di tulle, macramè e bomboniere.

Ma mai come quest’anno intorno a me spuntano matrimoni come funghi in novembre.

E ce ne sono di tutti i tipi, per tutti i gusti e tutte le perversioni.

Ci sono quelli che vogliono tutto nella tradizione. E allora due vergini certificate dalla CEI che preparano il talamo nuziale, serenata sotto la finestra della sposa la sera prima, padre d’ordinanza che accompagna la sposa adorna del vestito bianco fino all’altare, velo canonico, lancio del bouquet e lista dei regali che comprenda almeno sei zuppiere e un servizio di piatti quadrati da 36 che non entrano nella lavastoviglie manco rotti a metà.

Poi ci sono quelli (soprattutto quelle) che si sono drogate di Enzo Miccio e credono che la cosa più importante sia lo stile. E così, anche se prima erano un calippo e ‘na bira all’improvviso si sentono Grace Kelly in Caccia al ladro e dissertano di galateo ed etichetta con la bocca a culo di gallina, vagando con la mente tra i vari assemblaggi possibili per la partecipazione. Eleganti ed eteree, sì. E fissate col tema centrale del matrimonio, che può essere Alice in Wonderland piuttosto che Batman. E poi, du’fuochi d’artificio non li vuoi fare? Ma allora non sei nessuno!

E come dimenticare la categoria nozze coi funghi? Quelli che vorrebbero mettere su un evento tipo il matrimonio di William e Kate con gli spicci del salvadanaio senza rendersi conto che è praticamente impossibile. E così risparmiano su tutto tranne che sulla location, che deve essere figa, ma ordinando poi tovaglie di carta e tagliatella al ragù. E chiedendo solo ed esclusivamente soldi ai partecipanti. Solo soldi. Personalmente questi sono i peggiori, se Dio fosse giusto come regalo dovrebbero ricevere solo la punizione suprema.

Ah, ovviamente poi ci son anche quelli che credono davvero nel matrimonio e per i quali non importa se la cravatta dello sposo non è abbinata ai portatovaglioli del tavolo.
Ma è gente rara e preziosa.

Da par mio, io ho la mia teoria avvalorata anche dall’assenso dell’Amoremio. Diciamo che ci sposiamo, ci facciamo regalare dai parenti rompiballe un mega viaggio in Nuova Zelanda, poi partiamo due giorni prima della data fissata ed espatriamo lasciando a tutti un bel biglietto di ringraziamento.

Che dite, vi piace l’idea?


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