UNA STAGIONE DA LEGGERE – Rubrica dedicata alle stagioni nei libri, perché ogni storia ha la sua stagione.
Attraverso le atmosfere impalpabili di Fiori di rovina del premio Nobel Patrick Modiano ci congediamo da questo autunno che volge al termine. Parigi ne è protagonista, in un dolce e lento vagabondaggio, fluire di memorie, interrogativi alla ricerca di risposte.
«Quella domenica sera di novembre ero in rue de l’Abbée-de-l’épée. Camminavo lungo l’alto muro dell’Istituto per sordomuti. A sinistra si ergeva il campanile della chiesa di Saint Jacques-du-Haut-Pas. Avevo conservato il ricordo di un caffè all’angolo della rue Saint-Jacques, dove andavo dopo aver visto uno spettacolo cinematografico allo Studio des Ursulines.
Sul marciapiede, delle foglie morte. O le pagine bruciacchiate di un vecchio dizionario di latino Gaffiot. È il quartiere delle scuole e dei conventi. Alcuni nomi antiquati mi ritornavano in mente: Estrapade, Contrescarpe, Tournefort, Pot-de-Fer… Provavo timore ad attraversare posti in cui non avevo messo piede dall’età di diciotto anni, quando frequentavo un liceo della Montane Sainte-Geneviève».
«Il boulevard Saint-Michel questa domenica sera è annegato in una nebbia di dicembre, e mi fa venire in mente l’immagine di una strada, una delle poche del Quartiere Latino – la sola, credo – che appaia spesso nei miei sogni. Ho finito per riconoscerla. Scende dolcemente verso il boulevard, e il contagio del sogno sulla realtà fa sì che la rue Cujas per me resterà sempre immobile nella luce di inizio anni Sessanta, une luce tenera e limpida che associo a due film di quel periodo: Lola e Adieu Philippine».
Riproponiamo qui la nostra recensione di Fiori di rovina.
Fiori di rovina
Patrick Modiano
traduzione di Maruzza Loria
Lantana, 2012
pp. 124, € 13,50