fiori di cotogno
stasera sogno.
Sogno cosa?
Una scusa
disillusa
per uscire
dal mio nitrire
di carne di cavallo
che ama lo stallo
ma non la mossa
o l'apertura che possa
disarcionarlo.
Rimanere in me:
che tarlo.
Ché
mi occorra
la droga?
Non finanzio camorra
e non amo la foga.
Cambia la seconda
vocale e capisci
che ciò che amo è la fionda
che mi tira lontano e intuisce
dove possa cadere:
non amo saltare nel vuoto
non è mio mestiere
portare ex voto.
A chi li porto poi se io
non prego?
A Dio?
Appunto, così lo frego.
A Dio non porto nient'
altro che i miei sbagli
che il mio niente
i miei abbagli
la mia insipiente vita.
Insipiente? Aspetta, mi assaggio:
il mio polso sa di maggio:
polline da fuoriuscita.