Viscum album, meglio noto come vischio è una pianta sempreverde epifita. Cioè parassita di alberi come pioppi, querce, tigli, olmi, pini. È in grado di compiere la fotosintesi come le altre piante (da qui il colore verde), ma la mancanza di sali minerali come l’azoto la obbligano a chiedere aiuto ad altre piante.
Baciarsi sotto il vischio porta fortuna. Perché?
“La prima menzione del vischio associato a poteri particolari fu di Gaio Plinio Secondo, storico romano che tra le altre cose studiò le scienze naturali. Plinio prese in giro i druidi del primo secolo avanti Cristo, convinti che «bevuto, il vischio garantirebbe fertilità a tutti gli animali sterili”.
Si pensa poi che il “Ramo d’Oro” che permette a Enea di discendere nell’Ade nell’Eneide sia proprio il vischio, all’epoca considerato simbolo di vitalità da molte popolazioni per la sua natura sempreverde.
“Nascosto entro un albero ombroso c’è un ramo, d’oro le foglie e la verga flessibile, sacro all’inferna Giunone: e tutto il bosco lo copre, entro le oscure convalli protetto lo tengono l’ombre. Ma non prima è concesso scendere sotto la terra che si sia colto dall’albero l’auricomo ramo. Strappalo via, con la mano: da solo verrà, sarà facile se i fati ti chiamano; se no, né con forza nessuna, né con il duro ferro piegarlo o stroncarlo potrai.”
dalla Scandinavia:
La storia racconta che il vischio era la pianta sacra di Frigga, dea dell’amore, moglie di Odino e madre di Balder, il dio del sole. Balder era un giovane forte e buono e per questo era amato da tutti. Frigga aveva anche un altro figlio, Loki, il dio del male, che era molto geloso e invidioso dell’amore che il popolo aveva per suo fratello e per questo motivo lo voleva morto. Una notte Balder sognò che sarebbe stato ucciso. Quando Frigga seppe del sogno di morte del figlio si spaventò moltissimo e per evitare che divenisse realtà andò dall’Aria, dal Fuoco, dall’Acqua, dalla Terra e da tutti gli animali e le piante chiedendo la promessa che nulla di male sarebbe capitato a suo figlio. Balder ora era al sicuro, non gli sarebbe potuto accadere nulla di male né sulla terra né sotto terra. Ma Loki sapeva che c’era una pianta alla quale Frigga aveva dimenticato di rivolgersi. Questa pianta non viveva né sulla terra né sotto terra, ma su un albero di quercia. Era il vischio. Così Loki fece una freccia di vischio e la diede a Hoder, il cieco dio dell’inverno, che la tirò colpendo Balder che morì. Il cielo si oscurò e tutte le cose sulla terra e in cielo piansero per la morte del dio. Per tre giorni tutti gli elementi cercarono di riportare Balder in vita, ma invano. Frigga disperata per la morte di Balder iniziò a piangere sul suo corpo. Le lacrime che la dea versò, a contatto con il vischio si trasformarono nelle bianche perle del vischio e per la contentezza di aver riavuto suo figlio, Frigga baciò chiunque passasse sotto l’albero su cui cresceva il vischio.
Da quel giorno, la dea fece sì che non potesse capitare nulla di male a chiunque stia sotto il vischio, solo un bacio.
In un racconto del 1820, Washington Irving descriveva il vischio tra le decorazioni natalizie, ed è stato Charles Dickens nel 1836 a fare per la prima volta riferimento al bacio, ne Il circolo Pickwick, raccontando una scena di massa sotto il vischio: le ragazze “urlarono e si dimenarono, si nascosero negli angoli, fecero di tutto tranne lasciare la stanza, fino a quando… tutte insieme capirono che era inutile fare ancora resistenza e si lasciarono baciare di buon grado”.
In questo caso, il vischio era visto come un portafortuna per le coppie che si baciavano sotto la pianta.
Qualcuno dice, che l’etichetta vorrebbe, che si staccasse una bacca dal vischio a ogni bacio.