Ha cambiato diverse posizioni, almeno tre, la mia Styphnolobium japonicum, prima di trovare l’angolo che ora occupa.
Nel mio piccolo giardino è una pianta un po’ ingombrante. La circonferenza della sua chioma, circa 5 metri, occupa tanto spazio, facendo ombra alle piante vicino.
Meglio conosciuta come Sophora japonica o del Giappone mi fu regalata in occasione di un mio onomastico di tanti anni fa.
Il mio giardino di allora, era nuovo: cespugli giovani e bassi, nessun albero e qualche accenno di erbacea perenne. L’arrivo della Sophora, benché giovane, ma pur sempre un alberello, cambio’ l’aspetto del mio angolo verde. Anche questa come tante altre piante che ho ricevuto, non la conoscevo.
– Appena la vidi pensai: ma cosa mi ha regalato una robinia? –
Chi? Gigi Luisetti, sempre lui, l’amico giardiniere che si divertiva a stupirmi e a sorridere della mia faccia stupita e attonita. Mi perdonava quando gli offrivo la torta al cioccolato, che in quel periodo amavo fare. Strana, bassa e da tenere in freezer. Era in voga la Nouvelle Cousine. Erano i mitici anni ’80.
La Sophora del Giappone, ha origine asiatiche e fa il suo ingresso in Europa nel 1700. I suoi lunghi rami sono sottili, verdi ed elastici e formano una cascata a mo’ di ombrello. Di forma pendula, occorre tagliarla spesso, altrimenti crea un gazebo fitto, almeno la mia. Fiorisce da giugno ad agosto,con lunghi grappoli bianco-crema, o bianco-viola, a seconda delle varietà. Dopo la fioritura i fiori lasciano il posto ai frutti rappresentati da baccelli verdi dalla strana forma, in quanto presentano delle strozzature. In età adulta questo albero che assomiglia ad una robinia, raggiunge un’altezza di circa 15-20 metri e la sua chioma un diametro di 6 metri. Apprezzata nei giardini sia per il suo bel fogliame, il suo portamento, e la sua leggera fioritura. Da notare il tronco, con il passare degli anni, diventa rugoso e contorto. e i suoi rami si intrecciano.