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Fire, walk with me… ovvero… di ricordi, unghie, lettere e Twin Peaks…

Creato il 08 ottobre 2014 da Cineclan @cineclan1

“Nell’oscurità di un futuro passato il mago desidera vedere. Non esiste che un’opportunità tra questo mondo e l’altro. Fuoco, cammina con me”. Noi viviamo tra la gente, tu lo chiameresti un negozio conveniente. Noi ci viviamo sopra, proprio così com’è, come lo vedi tu. Anch’io sono stato toccato dall’essere infernale. Un tatuaggio sulla spalla sinistra. Ah, ma il giorno che vidi il volto di Dio, divenni un altro, e mi staccai da solo il braccio intero. Il mio nome è Mike e il suo è Bob. (Mike)

La notizia è fresca e succulenta e mi ci ficco a piè pari, perché il ritorno di Twin Peaks ha del miracoloso. Come una vittoria del Milan contro una squadra di Lega Pro. Come un’offerta di lavoro da parte di Procacci. Come l’uomo (quasi) perfetto che mi chiama di sua sponte. Insomma la realizzazione di un periodo ipotetico dell’irrealtà! E invece… E invece cazzi, perché a volte i miracoli accadono!

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Insomma… Twin Peaks torna, portando con sé una serie di traumi dell’infanzia che la metà basterebbe! Perché dovete sapere che in casa mia il blocco della tv per i minori non è mai esistito! Mia nonna radunava il nipotame davanti alla tv per guardare Capitol ovvero la versione “political animal” di Dallas, i miei mi portavano al cinema per L’ultimo imperatore… Altro che bollini rossi e visioni accompagnate da un adulto! Roba da fare la fortuna di uno psicanalista molto ma molto bravo! E potevo io, esimia esponente di questo freak show anni ’80, essermi persa in prima visione la serie tv che ha rivoluzionato la televisione degli anni ’90?! Certo che no!

Era il lontano 1991. Iniziava la Guerra del Golfo e finiva l’Apartheid. Maradona risultava positivo alla cocaina e a Bari arriva il mercantile Vlora. Balla coi lupi vinceva l’Oscar come Miglior Film e Kathy Bathes entrava nel mito con Misery non deve morire. E in mezzo a tutto questo Canale 5 mandò in onda in prima serata (quando ancora la prima serata iniziava alle 20.30) Twin Peaks. Non ricordo se ci sia stato qualche servizio della Praderio in merito… Bei tempi quelli in cui la “sotuttoio” del Biscione non infestava i familiari deschi italiani! Evento straordinario se si pensa che l’ultimo episodio della seconda stagione andò in onda in Italia solo un giorno dopo la diretta US… A volte anche noi italiani siamo al passo con i tempi, salvo poi fare di tutto per tornare al Medioevo al quale siamo più affini.

Comunque, tornando a noi, Twin Peaks (e la colonna sonora di Badalamenti) ha segnato un’epoca e le innocenti coscienze degli italiani che si domandavano ossessivamen

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te “Chi ha ucciso Laura Palmer?”

Eppure… Eppure non era la risoluzione del mistero il guizzo, il colpo da maestro, l’attimo che rende l’ordinario straordinario in Twin Peaks, ma la costruzione del racconto con una sapiente commistione tra trama orizzontale e verticale, l’estetica, la profonda riflessione non solo sull’uomo medio statunitense, ma sull’uomo nella sua totalità e universalità. Questo ha fatto e fa ancora grande un racconto come quello di Twin Peaks. Senza Twin Peaks non ci sarebbero state LostTrue Detective. Senza Twin Peaks non ci sarebbero state torte di ciliegie, caffè, nani e stanze rosse. Senza Twin Peaks forse io avrei superato la mia fobia delle unghie molto tempo prima… se poi ci aggiungete una lettera R sotto un’unghia spezzata… beh, il gioco è fatto!


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