Fire with Fire

Creato il 09 maggio 2013 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Anno: 2012

Nazionalità: USA

Durata: 92’

Genere: Azione

Regia: David Barrett

Distribuzione: Eagle Pictures

USCITA: 9 Maggio 2013

Certi film li puoi smontare pezzo per pezzo, come le casette che da bambini si costruivano con le Lego, distinguendo, come fosse un gioco da ragazzi, il colore e la forma di ogni singolo mattoncino di cui si compone la struttura complessiva. Della storia di questi film indovini l’evoluzione e, mentre le scene si avvicendano, aspetti divertito di vedere quel che un istante prima hai immaginato. Come spettatore, godi di riflesso del piacere provato da chi li ha realizzati. Ecco perché funzionano.

Sono anni che il Tenente Cella (Bruce Willis) tenta di incastrare e sbattere in gattabuia Neil Hagan (Vincent D’Onofrio), uno psicopatico nazista omicida che con la sua gang insanguina le strade di Long Beach e che, tra le sue vittime, annovera un paio di persone molto care al Tenente. Dopo lunghe estenuanti cacce al topo, per Cella l’occasione per chiudere il conto sta per arrivare.

Dopo aver portato in salvo gli abitanti di un intero edificio in fiamme, Jeremy Coleman un giovane vigile del fuoco aitante e solitario (Josh Duhamel) assiste accidentalmente a un duplice omicidio commesso, dentro un piccolo spaccio, indovinate un po’ da chi?

Per inchiodarlo, Coleman deve testimoniare contro il pluriomicida rinunciando alla libertà e accettando di essere inserito in un programma super protetto per testimoni. Neil Hagan e i suoi tirapiedi, infatti, sono cattivi, sanno tutto di lui e lo scoverebbero ovunque per fargli la festa. Solo come un lupo e coraggioso come un eroe, Coleman si lascia trasferire in Louisiana in attesa dell’udienza. Ma qualcosa di inaspettato accade nella sua vita e quando egli capisce che il vice sceriffo più sexy di New Orleans Talia Durham (Rosario Dawson), incaricato di proteggere il super testimone, è nel mirino di Hagan, diventa spietato e non guarda in faccia più nessuno. Mentre fuori trionfano redenzioni, sentimenti, proiettili, inseguimenti, il Tenente Cella è come il pilota nella sala comandi, segue, assiste, dirige il suo alter ego che pareggia i conti animato dal più nobile dei sentimenti.

Assistere alla trasformazione del personaggio protagonista da eroe nazionale a giustiziere della notte è divertente, perché lui è un buono ed esita tra il rigetto per i proiettili e per il sangue e il sadismo folle dei Reservoir Dogs (1992) e di Vincent Vega e Jules Winnfield (Pulp Fiction, 1994) di Tarantino. Gli attori convincono, Bruce Willis è perfetto nel suo ruolo e il regista, che chiude un occhio sulle sbavature di sceneggiatura (qualche battuta di troppo rovina l’effetto delirio pulp delle scene topiche e sentirle pronunciare dai personaggi non è meglio che ricevere una martellata sull’alluce), si fa perdonare trasmettendo l’entusiasmo di chi ama la propria creatura.

Manuela Materdomini


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