Firenze vista dall'alto

Creato il 04 giugno 2015 da Blackcat80
L'ho sempre detto: per le città non funziona come per gli esseri umani., che, a guardarli dall'alto in basso, equivale a dire giudicarli, trattarli con supponenza.
Guardare dall'alto dalle città significa conoscerle, abbandonare i preconcetti, cogliere con un'occhiata, rapida e mozzafiato, la loro essenza, condensata in un panorama, lambito o tagliato dall'acqua, in uno skyline che ne riassume storia e tribolazioni, stagliandole contro il cielo.
Ed è per questo che guardare le città dall'alto è una delle cose che mi piace di più fare.
Firenze ha una grazia armoniosa, semplice e calda, anche vista dall'alto.

E' un mare di tetti di cotto, accesi di rosa ed arancio, in cui qua e là emergono, come curve, come monili, i contorni tondeggianti del Duomo e delle altre sue basiliche. Tiene un braccio mollemente a bagno nell'Arno, che è come un nastro d'argento che ha sciolto dalla veste per rilassarsi; e, alle sue spalle, la collina toscana, verde e bruciata, con le chiome intrecciate nei filari dei vigneti, le accarezza il fianco con la tenerezza devota di un amante.
Firenze dal basso ti lascia a bocca aperta, col naso all'aria, in perenno movimento, in perenne curiosità di snidare la sua bellezza, che è così tanta da non riuscire nemmeno più a nasconderla, ma semplicemente a dimenticarla - dentro un cortile, dietro un vicolo. E ti sale quasi una specie di inquietudine, un senso di mancanza, perché non riuscirai mai a coglierla tutta, a scoprirla tutta - perché anche i sensi umani hanno un limite, e non riescono a vibrare intensamente troppo a lungo: e dunque ti pare quasi di fare un torto a quegli angoli che esplorerai dopo mille, a quegli scorci per cui sentirai un'emozione meno intensa.
Firenze dall'alto invece la contempli come si contempla il mare - col senso di pace dato dall'immergersi nella totalità della sua bellezza, di farla scivolare fra le narici, in mezzo ai capelli, sulla pelle. Essere un tutt'uno con essa, sentirsi parte della stessa armonia. Dare il largo ai propri pensieri senza remore, lasciarli fluire, lasciarli fondere e confondere con tutto questo - fino a poi ritrovarli depurati, nuovi, più ricchi.
Firenze dall'alto si può contemplare da tre livelli diversi: uno dedicato alla natura (il Giardino delle Rose), uno all'arte (Piazzale Michelangelo) ed uno, infine, allo spirito (San Miniato al Monte).
Sono consecutivi, posti uno sopra l'altro come se fossero diversi strati di significato di una stessa metafora, e si raggiungono salendo a piedi dallo stesso percorso - le scalinate monumentali delle Rampe dei Poggi, gradoni ampi e bassi fatti di pietra affiancati da filari di cipressi e da glicini intrecciati sui muretti di cemento, che sembra ti tengano per mano e ti invoglino a salire, a scoprire.
1) Giardino delle Rose
Semi nascosto dietro il muretto coi glicini di cui sopra, il Giardino delle Rose sembra quasi una piccola oasi segreta in cui poter cercare rifugio e meditazione - e invece è un giardino pubblico, a mio avviso forse il più bello di Firenze.

Si estende su una superficie terrazzata di circa un ettaro, coltivata in salita, con lo stile verde e rigoglioso dei giardini all'inglese.
E' stato progettato nel 1865 da Giuseppe Pozzi, lo stesso architetto di Piazzale Michelangelo (di cui parliamo fra poco), per celebrare il passaggio della capitale del Regno d'Italia a Firenze, e ne ha mantenuto il delicato fascino vintage.

Oltre a quasi 370 diverse varietà di rose, il giardino è popolato dalle sculture tondeggianti ed oniriche dell'artista belga Jean-Michel Folon, donate al Comune dalla vedova. Una di queste opere, Partir, fa da cornice al panorama di Firenze: arte che incornicia arte...

Partir - Jean-Michel Folon


Verso il basso, c'è un angolo del giardino che ci trasporta in Giappone, grazie alla riproduzione di un'oasi zen Shorai, realizzata dall'architetto Yasuo Kitayama e donata a Firenze da Kyoto, sua città gemellata.

2) Piazzale Michelangelo
Opera sempre del già citato Giuseppe Poggi, realizzata nell'ambito di un progetto più ampio di risanamento dell'argine sinistro dell'Arno (e forse di contemplazione di Firenze dall'alto?); oggi è stato trasformato in parcheggio e dunque ha perso un po' del suo fascino - ma rimane una meta turistica assai gettonata, soprattutto grazie alle copie delle opere di Michelangelo che lo popolano.

La copia del David eretta su un piestallo sembra quasi avere lo sguardo malinconico, mentre guarda verso il basso, verso la città - e forse cerca il suo gemello, sa che è lì, ma non riesce a vederlo.
3) Basilica di San Miniato al Monte
Io quando comincio a salire poi non mi fermerei mai, non riesco mai ad accontentarmi, vorrei sempre di più.
Pertanto da Piazzale Michelangelo abbiamo proseguito la salita arrampicandoci su altri gradini, quelli più ripidi e stretti che portano a San Miniato.

Il santo di cui questa basilica porta il nome fu il primo martire fiorentino: decapitato durante le persecuzioni dei primi secoli dopo Cristo, anche lui non si accontentava mai - e, siccome il luogo in cui lo fecero morire non gli piaceva, si prese sotto braccio la sua testa mozzata e si spinse fino alla sommità di questa collina, in cui venne poi eretta una chiesa a lui dedicata.

La basilica è in stile romanico, solida e geometrica, ed il suo complesso ospita anche un monastero (con decorazioni pittoriche di Paolo Uccello) ed un cimitero monumentale risalente alla seconda metà dell'800, che ospita anche le spoglie di personaggi di spicco del secolo scorso, come ad esempio Giovanni Spadolini, Carlo Collodi e Vasco Pratolini.
Oltre San Miniato non si può più salire, ma va bene: mi fermo qui.

Si sta avvicinando l'ora del tramonto e Firenze, all'orizzonte, sta cominciando ad intiepidirsi d'oro, l'Arno sta cominciando a brillare. C'è una dolcezza nuova nell'aria: è la primavera, è la quiete di quest'angolo sacro e silenzioso di una delle città più belle del mondo, è la brezza che bisbiglia in mezzo ai cipressi - ma sa anche di pienezza, di armonia, d'amore.
E' una sensazione simile a quella che si prova quando si ha trovato il proprio posto nella vita - che fa venire voglia di fermarsi un attimo, di sedersi a contemplarlo.
In pace, con un sorriso sereno sulle labbra...

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