Firmamente contrariato.

Creato il 02 agosto 2013 da Marte @CPiramidale

In questi ultimi quindici giorni ho letteralmente patito le pene dell'inferno...
Premessa: chi mi conosce lo sa... Il buon Marte è un piccolo imprenditore, che più piccolo non si può.
Da circa sette anni ho aperto "partita IVA" ed esercito nel settore della grafica pubblicitaria come "freelance" (mai riuscito a fare un tubo di niente a pagamento...) e, parallelamente, opero anche come linfodrenagista Vodder/riflessologo plantare/massaggiatore olistico nel mio studio di Udine.
Per il resto, aiuto i miei genitori a cogestire il "B&B" di famiglia.
Complessivamente, guadagno talmente poco che praticamente ogni trimestre, tra previdenziali, tasse e cazzilli vari ed avariati, mi vanno via talmente tanti soldi che spesso e volentieri mi tocca provare ad integrare i versamenti con delle fettine di culo panate (ma non sempre l'amministrazione pubblica gradisce questa forma di pagamento in natura... :D ).
In questa situazione, logicamente, sono totalmente sprovvisto di un qualsivoglia commercialista che curi la burocrazia della ditta (anche perché o me ne trovo uno disponibile a lavorare "pro bono" o mi sveno definitivamente... ;) ).
Tutto ciò si traduce inevitabilmente nell'arte dell'arrangiarsi.
La fredda cronaca.
Circa quindici giorni fa un amico si sta facendo stirare la schiena dalle mie sapienti mani. Nel mentre, mi parla dell'andamento della sua attività... «Hai fatto la "PEC"?», mi domanda di punto in bianco.
«Mhhh... La "Posta Elettronica Certificata", dici? No. A che mi serve?!», gli rispondo ridacchiando.
Il ragazzo si irrigidisce. Avrò toccato una zona dolente... Magari una contrattura.
"Marte, è obbligatoria se hai la partita IVA... Il termine ultimo per segnalarla alla Camera Di Commercio era tipo l'altroieri... Ti fanno la multa!!!".
"A posto. Ci manca solo la multa!", penso, riflettendo sull'ironia della Pubblica Amministrazione che NON AVVISA i diretti interessati degli adempimenti ai quali vanno soggetti. Della serie: o paghi profumatamente un professionista che ci pensa lui a tenerti informato, oppure ti attacchi fortemente...
Io, che sfortunatamente non sono un aruspice e non riconosco i segni del destino nelle viscere degli animali sacrificati, mi attacco fortemente e soco, "as usual"...

Il Marte, mentre cerca di capire l'incoerenza dei suoi "studi di settore".


Nei giorni seguenti all'infausta rivelazione, mi attivo per cercare in qualche modo di minimizzare il danno.
All'inizio penso sia sufficiente aprire la "PEC" gratuita governativa, ma purtroppo non è così. Quella è riservata esclusivamente ai pubblici cittadini e non viene accettata dal "Registro Delle Imprese".
Devo optare obbligatoriamente per un servizio certificato a pagamento. "Aruba" offre una promozione ragionevole (5 €uro all'anno, il primo anno è gratuito...) e quindi la scelgo senza indugio.
In quattro e quattr'otto attivo la casella e, non appena questa è materialmente disponibile, mi fiondo come se fossi Antani sul sito del "Registro Delle Imprese", per comunicare la mia nuova e fiammante "PEC" con cofandina a chi di dovere ed assolvere ai miei obblighi anche con scappellamento a sinistra.
Completo i vari passaggi della registrazione e mi blocco quando il "form" mi chiede di inserire il mio dispositivo di firma digitale allo scopo di autenticare in maniera univoca l'invio delle informazioni...

Allarme rosso! Allarme rosso!


Impreco. Anche la firma digitale?! Non chiedetemi una fetta di culo, che son rimasto senza... ;)
Morale: mi tocca ordinare anche un "Kit" per la firma digitale, non avendo un commercialista delegato a gestire la casella di posta elettronica certificata la posto mio...
38 €uro + "IVA" + spese di spedizione. ALLEGRIA!
Con l'adrenalina "over 9000" completo la procedura d'acquisto ed arrivo al "form" di pagamento completamente in "berserk mode". Della serie: leggo "PostePay" al posto di "PayPal" e scelgo la modalità di pagamento sbagliata...

"Merda! HO SBAGLIATO A CLICCARE!!!".


Mi incacchio con me stesso, chiudo brutalmente la pagina e ripeto l'intero procedimento, ma il precedente acquisto è duro a morire ed attende solo la conferma del pagamento... Fortunatamente la procedura "PayPal" erroneamente avviata prevede la possibilità di pagare anche normalmente e quindi riesco ad aggirare il problema senza creare ANCHE un'"account PayPal", che è comodo finché vuoi, ma anche no e non mi interessa, quindi smettila di domandarmi di sottoscrivelo. NON LO FACCIO! MI SONO SBAGLIATO! BASTAAA!!!
E così si conclude la prima giornata della vicenda "PEC" + "Firma Digitale". Con un paio di anni di vita in meno e decine di ciocche di capelli bianchi in più, il Marte si abbandona tra le braccia di Morfeo rimandando a domani ulteriori approfondimenti...
L'indomani, il nostro verdastro amico controlla la posta ed esamina meglio le varie missive di conferma che il giorno precedente lo avevano dettagliatamente ragguagliato circa i suoi acquisti. Così facendo, il buon Marte scopre millemila documenti da stampare, firmare e spedire per poter effettivamente ricevere le mercanzie.
Stampa, fotocopia e vai in Comune a farti autenticare le generalità anagrafiche (altri 16 €uro di marca da bollo...).
Stanco e stressato, il vostro anfitrione porta a casa tutta la documentazione e poi, esausto, delega la spedizione: "Babbo, fammi il piacere di andare in Posta a spedirmi queste due buste agli indirizzi indicati, ché io devo fare un lavoro urgente e se non lo faccio adesso, poi si verifica una di quelle congiunzioni astrali da fine del mondo ed è meglio non rischiare...".
Missione compiuta. In un modo o nell'altro, il 22 di Luglio tutte le operazioni preliminari per l'acquisizione di questi potenzialmente inutili cazzabubboli sono felicemente terminate. Il giorno 26 mi scrive "Aruba" dicendomi che non gli è ancora arrivato un tubo di niente...
"Enrico, senti, mi daresti gentilmente gli estremi delle raccomandate che hai inviato il 22, così eventualmente le rintraccio e vedo se sono andate disperse o cosa?".
«Che raccomandate!? Io ho spedito tutto come "Posta Prioritaria".»...

L'urlo di Munch Marte.


La situazione è surreale. Nel dettaglio, un uomo che nell'arco della sua intera esistenza ha utilizzato le raccomandate con ricevuta di ritorno anche per spedire gli auguri di Natale, ha usato l'equivalente della posta ordinaria per inviare ad "Aruba" degli importanti documenti bollati che non devono andare dispersi in alcun modo...
Ok, stiamo calmi. Sentiamo cosa mi dice "Aruba"...
"Non si preoccupi signore, quello è un messaggio automatico. Lo ignori. Piuttosto, quando ci ha inviato le raccomandate?".
«Heeemmm... Il 22, ma purtoppo è "Posta Prioritaria..."».
"Ok, non si preoccupi. Speriamo che arrivino...".
"Speriamo...".
Due giorni fa, nel primo pomeriggio, un corriere mi consegna tutto
Documentazione prossima allo zero. Oh che bello! Fortunatamente sono vagamente sgamato ed aprendo la pagina dei "Downloads" di "Aruba", intuisco i vari procedimenti e quello che mi serve ("driver" del lettore, "middleware" della scheda ed un "software" per gestire il tutto...).
Scarico, installo e collego. Nessun errore.
Ora tocca attivare il "Kit".
La procedura è abbastanza semplice. Colleghi l'accrocchio, inserisci la "card" e segui le istruzioni a schermo, inserendo i vari dati richiesti. Alla fine pigi "PROSEGUI" e la procedura d'attivazione ha felicemente termine.
"ATTENZIONE: Il Kit non è nello stato Emesso/Sospensione".
Seguono due ore di smadonnamenti ed altrattanto tempo passato al telefono cercando di paralre con un centralinista in grado di capire il problema (la prima assistente che mi ha risposto parlava come Sbirulino e, nonostante io le spiegassi che stavo cercando di attivare il "Kit", lei mi informava che dovevo attivare il "Kit"... "Ma è proprio quello che sto facendo, signorina...". «Ah, ok. Facciamolo insieme... Ora prema "PROSEGUI». "ATTENZIONE: Il Kit non è nello stato Emesso/Sospensione.". «Ah, allora la devo mettere in comunicazione con un tecnico. Attenda in linea ed intanto apra un "ticket"...». 5 minuti ad ascoltare musica e poi la comunicazione si interrompe inesorabilmente.
Alla fine dovevo aspettare che per "Aruba" il "Kit" risultasse consegnato e che mettessero su "ON" un interruttore d'attivazione ("sort of"... :P ).
Morale: 24 ore dopo riesco finalmente ad attivare il "Kit" e mi accingo a compiere l'ultimo cruciale passo: registrare questa stracazzo di "PEC" al registro delle imprese... ;)
Compilo, inserisco gli accrocchi, firmo... MANCA IL "JAVA"!
«Ma come?! Me l'ha installato ieri il "software" di firma!!! Vabbè, vorrà una versione diversa del "framework". Seguiamo la procedura manuale, va là... Scarico il documento, lo firmo in locale e lo uppo manualmente...».
ATTENZIONE: a conclusione del controllo automatico, la pratica e' risultata non presentabile alla C.C.I.A.A. destinataria per i seguenti motivi: SONO PRESENTI FIRME NON VALIDE.

"MÒBBASTA!!!".


Cioè, che cosa volete dalla mia vita? Ho firmato con la MIA firma digitale correttamente attivata, usando il MIO certificato identificativo, ho inserito correttamente il "PIN" ed il sistema mi ha confermato che la busta ".P7M" è stata correttamente creata. Il nome del "file" è inalterato a parte l'estensione aggiuntiva... Che devo fare? Mi scannerizzo la faccia e ve la invio in allegato così vi sincerate che sono davvero io?!
Mentre sbatto la testa al muro, mi arriva una "mail" da "Aruba"...
"Gentile Cliente, la presente per comunicarLe che la procedura di attivazione del servizio Firma Digitale è andata a buon fine.".
Cosa? Solo adesso?! E quando quarantacinque minuti fa ho terminato la procedura d'attivazione ed il sistema mi ha risposto che il "Kit" risultava attivo e correttamente funzionante (con tanto di "OK!" verde grande mezza pagina...), che cosa ho attivato!?!?!?
Vabbè, tanto ormai lo stress mi ha già quasi ucciso... Tieni duro Marte, manca poco!
Ripeto la segnalazione della "PEC" e questa volta l'intera procedura va a buon fine.
ALLELUIA!!!
In conclusione: "Google", ti scongiuro, salvaci tu. Inventati delle procedure d'autenticazione tramite i dati biometrici (riconoscimento facciale, vocale o impronte digitali...) e fai in modo che queste pratiche diventino uno "standard" per accedere ai servizi "on-line" e per certificare univocamente la propria identità in qualsiasi contesto...
Te lo domanda un utente frustrato che ormai ha riempito una rubrica telefonica con "usernames" e "passwords" e che ha seriamente rischiato la vita per una casella di posta certificata. :)

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