Ritorna sul piccolo schermo Alicia Florrick, la protagonista della serie The Good Wife interpretata da Julianna Margulies, alle prese con problemi di lavoro e una complessa vita privata
Ripartire da zero. Ricostruirsi una carriera sulle macerie di uno scandalo politico che ha raso al suolo il lavoro di una vita intera. È la situazione da cui Alicia Florrick era partita sei anni fa: per l'esattezza durante il nostro primo incontro, nell'episodio pilota di The Good Wife, quando Alicia era una donna con un marito in carcere, una laurea in legge finita a prendere polvere in fondo a un cassetto e un disperato bisogno di mantenere se stessa e i suoi due figli. Da allora sono passati sei anni, e la signora Florrick sembrava aver raggiunto tutti i più luminosi traguardi professionali: una solida reputazione nelle aule di tribunale, il ruolo di socia del nuovo studio legale Florrick, Agos & Lockhart e la vittoria alle elezioni per la carica di Procuratore di Stato. Poi, all'improvviso, il baratro: un'accusa di presunti brogli elettorali, il voltafaccia del Partito Democratico e l'esclusione dallo studio che lei stessa aveva contribuito a fondare (senza contare la pubblica umiliazione nata dal sospetto di aver truccato le elezioni). Insomma, una carriera chiusa per sempre... o forse no?
Alicia l'indomabile
Una delle principali virtù di Alicia, una delle caratteristiche in grado di farci amare il personaggio interpretato da Julianna Margulies, è stata la sua determinazione, mai arrogante, ma tale tuttavia da farle rialzare la testa anche nelle condizioni più difficili. E in Bond, episodio d'apertura della settima stagione della serie della CBS nata dalla penna di Robert e Michelle King, Alicia si mostra più determinata che mai: la sua prima apparizione è infatti nella corte per le udienze per il rilascio su cauzione, in qualità di avvocato d'ufficio, alle prese con il giudice Don Schakowsky ( Christopher McDonald), apertamente ostile nei suoi confronti, e con lo snobismo dei suoi colleghi. La descrizione dell'aula di tribunale riservata ai "reietti" della società assume inquietanti contorni kafkiani, oltre a veicolare un critica neppure troppo velata contro i tratti disumani di un certo sistema giudiziario, ma serve anche a mettere Alicia in una posizione quanto mai interessante: quella di una outsider costretta a ripartire dal fondo e a lottare per la riconquista di una credibilità che le è stata ingiustamente sottratta.
Le new entry: Cush Jumbo e Margo Martindale
Le sequenze ambientate all'interno del tribunale offrono pure l'occasione per introdurre la prima new-entry del cast di The Good Wife: Cush Jumbo, novella series regular nel ruolo di Lucca Quinn, avvocato che mette da parte i pregiudizi e concede ad Alicia il beneficio del dubbio, per poi instaurare con Mrs. Florrick un'improvvisa ma provvidenziale alleanza. Non si tratta però dell'unico volto nuovo fra i personaggi della serie: c'è infatti un'altra figura che piomba come un fulmine nell'universo del serial. Si tratta di Ruth Eastman, stratega politica di fama nazionale ingaggiata dal Governatore dell'Illinois Peter Florrick ( Chris Noth) come manager della sua campagna per le presidenziali del 2016, per le quali Peter punta a una candidatura alla Vice-Presidenza in un ticket insieme a Hillary Clinton (un'intrigante compenetrazione fra realtà e fiction). Impersonata da una veterana della TV del calibro di Margo Martindale (appena premiata con l'Emmy Award come miglior attrice guest star per The Americans), la Eastman soffia il posto dello storico braccio destro di Peter, Eli Goldman ( Alan Cumming), furioso per il trattamento che gli è stato riservato dopo anni di incondizionata fedeltà; e la clamorosa frattura fra Eli e Peter si preannuncia come una storyline dal notevole potenziale per quanto riguarda il versante "politico" della serie.
Ieri colleghi, oggi avversari
Ma oltre ai percorsi, mai così divergenti, dei coniugi Alicia e Peter, The Good Wife ci riporta infine nei corridoi di quella che, ora, è diventata la Lockhart, Agos & Lee. Gli ex soci di Alicia, Diane Lockhart ( Christine Baranski) e David Lee ( Zach Grenier), guardano con sospetto verso la donna, con la quale si scontreranno in tribunale durante una causa legata a un'eredità milionaria (e la sfilata di sedicenti esperti, chiamati a deporre su una distribuzione di post-it, è un piacevole diversivo ironico alla tensione dell'episodio). Ma la narrazione pone l'accento soprattutto su un altro aspetto: lo strisciante malessere del socio più giovane dello studio, Cary Agos ( Matt Czuchry), seduto fianco a fianco con avvocati di un'altra generazione (e con una mentalità spesso distante dalla sua) e incapace di trovare nuovi stimoli nel proprio lavoro. Nel corso dell'episodio viene rimarcato più volte il disagio di Cary, e la memoria non può evitare di tornare all'entusiasmo con il quale, nella stagione 5, lui e Alicia si erano adoperati a mettere in piedi uno studio tutto loro, con coraggio, vitalità e una buona dose di imprudenza. Che un'ennesima scissione sia all'orizzonte, con una possibile reunion fra Cary e Alicia? O la signora Florrick cederà infine all'assiduo "corteggiamento" dell'eterno rivale Louis Canning ( Michael J. Fox)?
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