L'Uva ursina o Arctostaphylos uva-ursi è un piccolo arbusto appartenente alla famiglia delle Ericaceae, diffuso in Europa Settentrionale e nelle zone montuose dell’Europa Meridionale, Italia compresa.
La droga è costituta dalle foglie essiccate e contiene prevalentemente glucosidi idrochinonici , flavonoidi , glucosidi iridoidi, tannini e terpenoidi.
Questa pianta è utilizzata nel trattamento delle infiammazioni ed infezioni lievi dell’apparato urinario, cistiti acute e recidivanti ed uretriti per le sue proprietà antibatteriche e diuretiche.
La maggior parte dell’attività antimicrobica è attribuita all’arbutina che una volta assunta per via orale è idrolizzata ad idrochinone. Uno studio recente ha osservato che, al contrario di quanto si pensasse fino a questo momento, alcalinizzare le urine non è un requisito essenziale per incrementare le proprietà antisettiche dell’idrochinone .
E’ stato dimostrato, inoltre, che l’Uva ursina è in grado di potenziare l’attività antibatterica degli antibiotici, in parte attraverso l’inibizione del fenomeno della resistenza batterica da parte della corilagina .
E’ stato evidenziato che l’estratto di questa pianta può inibire la produzione di melanina,ipotizzando un suo utilizzo in creme ad azione sbiancante sulla pelle per trattare l’iperpigmentazione .
Può essere usata come infuso mettendone 3 gr in 150 ml di acqua, oppure 30 gocce tre volte al giorno di tintura madre sciolte in mezzo bicchiere di acqua.
Si trova abbinata anche al Cranberry di cui abbiamo parlato la scorsa settimana rispetto al quale ha una spiccata azione diuretica.
L’Uva ursina è controindicata nei bambini ed in soggetti ipersensibili, poiché può causare nausea e vomito per la presenza dell’elevato contenuto in tannini, in gravidanza, durante l’allattamento e nei soggetti affetti da malattie renali.
A causa dell’ossidazione dell’idrochinone, le urine delle persone che assumono questa pianta diventano di un colore verdastro, che si scurisce in seguito all’esposizione all’aria.