Harpagophytum procumbens, denominato anche Artiglio del Diavolo, è una pianta erbacea perenne,appartenente alla famiglia delle Pedaliaceae ed originaria delle zone desertiche dell’Africa del Sud,della savana e del deserto del Kalahari.
La droga è costituita dalle radici secondarie, essiccate e tagliate a rondelle, e contiene principalmente glucosidi iridoidi , fitosteroli , flavonoidi, triterpeni, acidifenolici ed arpagochinone.
Questa pianta è stata largamente utilizzata dalla tradizione popolare
africana soprattutto come analgesico ed antipiretico, ma anche come coadiuvante nel trattamento della gotta, poiché favorisce l’eliminazione dell’acido urico .
E’ stato dimostrato che il fitocomplesso nel suo insieme possiede proprietà antidolorifiche ed antinfiammatorie, determinate dall’inibizione dell’espressione della COX-2 e della 5-lipossigenasi ed utilizzate nel trattamento del dolore, dell’artrite reumatoide, dell’osteoartrite e della tendinite.
A differenza di quanto si pensasse in passato, è stato evidenziato che i suoi effetti non sono riconducibili ad un rilascio di corticosteroidi .
Uno studio clinico recente ha dimostrato che l’estratto di questa pianta presenta effetti equivalenti al rofecoxib, un inibitore selettivo della COX-2 tra i più nuovi in commercip
La somministrazione dell’Artiglio del diavolo può indurre un incremento della secrezione cloridro-peptica dello stomaco, aumentando la gastrolesività associata all’uso dei FANS e riducendo l’efficacia di farmaci anti-H2.
Si sconsiglia il suo uso in associazione ad anticoagulanti, come la warfarina, per
potenziali interazioni ed incremento del rischio di sanguinamento possiede, inoltre, proprietà ipotensive, antiaritmiche ed ipoglicemizzanti, che si potrebbero sommare a quelle di farmaci ipotensivi, antiaritmici ed ipoglicemizzanti orali .
E’ controindicato in gravidanza perché stimola le contrazioni uterine e va impiegato con cautela ed a stomaco pieno nei soggetti affetti da ulcera gastrica e duodenale. In soggetti ipersensibili, o ad alti dosaggi, può provocare diarrea.
Non si utilizza, come facilmente comprensibile dalle controindicazioni , nei neonati e bambini .
Si impiega normalmente in capsule, esiste ma è meno usata la tintura madre di cui il dosaggio consigliato è una quarantina di gocce 2 volte al giorno a stomaco pieno.
Lo trovate in molti complessi fitoterapici come il No dol ma solo nelle capsule che vengono considerate una terapia anti dolorifica iniziale mentre nello sciroppo per evitare fenomeni gastrolesivi dovuti all' uso prolungato non è più presente.