Tra cespugli di ericeRicoperti dalla galavernaSibila un freddo ventoChe è sentore di morteMentre di ietale vesteSi spoglia lento il pallido soleE nell'anima, è subito sera.Là, sull'arida sponda di un fiume amaroUna madre curva sul figlio annegatoSi prostra, si agita,si tormenta, si dispera,Poi ubriaca di opime strazioSi inginocchia e con mani scarneIndirizzate al cielo implora:Perché tanto dolore, o Signore, perché?:Mio figlio avea bisogno ancor di materno amore.
Fadani, animo sensibile, con la stessa intensità con la quale riesce a descrivere i suoni e i colori della Natura nella sua incommensurabile bellezza, anche di fronte al dolore descrive il sentimento umano con lo stesso "pathos" con il quale riesce ad impressionare sulla tela i suoi personaggi e le sue figure antropomorfe. Questa sua innata capacità d'espressione lo rende singolare nel panorama artistico internazionale. I suoi versi, liberi e naturali, riescono a colpire l'intimo dell'animo umano, per cui la poesia fadaniana è considerata da critici di fama internazionale una forma lessicale di eccezionale musicalità che tocca le corde del cuore così come nei suoi dipinti l'osservatore viene rapito dal fascino dei colori, che lo rende partecipe dei sentimenti dell'Artista stesso.
Le sue opere pittoriche e poetiche sono pubblicate nelle più prestigiose riviste letterarie ed enciclopedie multimediali e fanno parte del patrimonio artistico-culturale nazionale.