Sabato 31 marzo si è conclusa la decima edizione del Florence Korea Film Fest con la chiusura affidata al film Arirang di Kim Ki-duk. Si tratta di un intenso e doloroso documentario autobiografico in cui il grande cineasta si mette a nudo e svela i tormenti e le difficoltà degli ultimi anni, in seguito ad un drammatico incidente avvenuto sul set di Dream, il suo ultimo film di finzione del 2008, in cui un’attrice ha rischiato di morire soffocata, venendo poi fortunatamente salvata proprio da Ki-duk.
Prima della proiezione del film si è tenuta la cerimonia di premiazione che ha visto trionfare il romantico Late Blossom di Choo Chang-min, vincitore del premio del pubblico. Il film – in concorso per la sezione Orizzonti Coreani – racconta la storia d’amore di due coppie anziane: il vedovo Man-suk e la zitella Lee-pun, Goon-bong e sua moglie Soon, affetta da Alzheimer. L’opera è un delicato racconto di due coppie che impareranno e s’insegneranno a vicenda cos’è la vita e. soprattutto, cos’è l’amore.
Il secondo premio è andato a Spellbound del regista Hwang In-ho, commedia paranormale che in Corea del Sud ha sbancato il botteghino: si racconta la storia di Yeo-ri, giovane ragazza che fin da piccola ha il dono di vedere i fantasmi e, quando appaiono, le persone a lei care sono vittime di avvenimenti bizzarri e a volte tragici. Yeo-ri decide quindi di isolarsi dal mondo, ma l’insistenza di un ragazzo farà in modo che le cose cambino. Il premio speciale della critica è andato invece a Sorry and Thank You, film a episodi realizzato dai registi Oh Joum-Kyun, Park Heung-Sik, Yim Soon-Rye e Song Il-Gon (che aveva aperto il Festival con Always) , quattro piccole storie che indagano i rapporti tra uomini ed animali domestici con delicatezza e maestria.
“Sono molto soddisfatto – ha detto Riccardo Gelli, ideatore e direttore della manifestazione – di questa decima edizione. Il prossimo anno mi piacerebbe invitare il maestro Kim Ki-Duk, protagonista della rinascita del cinema coreano, e dedicargli una retrospettiva completa dei suoi film. La undicesima edizione si svolgerà dal 15 al 23 marzo 2013”.
Decisamente positivo il riscontro del pubblico che ha riempito il cinema Odeon nei nove giorni del Festival. Il cinema coreano gode di ottima salute, con una produzione cinematografica annuale notevole a livello quantitativo e qualitativo, in cui trovano spazio opere autoriali, ma anche e soprattutto film di genere, dalla commedia al melodramma, dall’horror al thriller. È doveroso soffermarsi su quest’ultimo genere, in cui i registi coreani sono ormai dei veri e propri maestri a livello internazionale, come dimostrato da The man from nowhere e The yellow sea, i film più recenti di questo filone passati quest’anno dal Festival nella sezione Orizzonti Coreani.
L’industria statunitense si è da tempo accorta di questa grande realtà cinematografica e ha iniziato a corteggiare i registi più importanti come Park Chan-wook e Kim Jee-woon, entrambi attualmente alle prese con le post produzioni dei loro primi film hollywoodiani, rispettivamente Stoker e The Last Stand, in uscita nel 2013. Bong Joon-ho, invece, come abbiamo già detto in occasione dell’articolo sulla conferenza stampa del divo Song Kang-ho, sta per cominciare le riprese a Praga di Snowpiercer, sempre di produzione americana, mentre è molto probabile che il talentuosissimo regista emergente Na Hong-jin, autore di The Chaser e The Yellow Sea, ceda a breve al richiamo delle sirene hollywoodiane. Speriamo che questi autori riescano a mantenere la freschezza e il personale tocco artistico che li ha contraddistinti fin qui, senza farsi fagocitare dall’industria americana basata soprattutto sulle rigide logiche di mercato. Al di là degli esiti di questi lavori, c’è comunque da augurarsi che tornino a fare cinema in patria, dopo questa parentesi americana, apportando il loro fondamentale contributo per una continua crescita del cinema coreano.
Boris Shumacher