FLAME: tutta un’altra atmosfera

Creato il 24 marzo 2014 da Media Inaf

FLAME è protagonista delle ricerche in corso ai Laboratori Nazionali di Frascati di INFN, in collaborazione con il gruppo GAP-Biophotonics di fisica applicata dell’Università di Ginevra.

Scariche di fulmini, generazione locale di particelle di acqua, analisi del particolato atmosferico a distanza e a differenti altitudini, meccanismi di interazione laser-atmosfera. E un unico filo rosso a tenerli insieme, anzi: un raggio laser.

Questi infatti sono alcuni dei campi in cui presto potremmo avere nuovi risultati grazie all’uso di impulsi laser ultra potenti nell’atmosfera. Il superlaser FLAME, unico laser in Italia nel suo genere, è lo strumento fondamentale impiegato in queste ricerche, in corso ai Laboratori Nazionali di Frascati (LNF) dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), in collaborazione con il gruppo GAP-Biophotonics di fisica applicata dell’Università di Ginevra e i primi risultati sono pubblicati sulla rivista scientifica Applied Physics B -Laser and Optics.

Di che si tratta? Un fascio da 100 terawatt (centomila miliardi di watt) viene inviato nel cielo sovrastante il Laboratorio INFN di Frascati per studiare gli effetti dell’interazione del laser ultrapotente con i gas dell’atmosfera. Il fascio laser di FLAME propagando nell’atmosfera, a causa della sua enorme potenza di picco, si divide in circa 1000 microcanali di luce (un fenomeno che è conosciuto come filamentazione) che si estendono per centinaia di metri. Altri due fasci laser di diverso colore e di minor potenza vengono inviati insieme al laser principale per studiare gli effetti che quest’ultimo produce sull’atmosfera osservando con un telescopio equipaggiato con rivelatori molto sensibili – fotomoltiplicatori – la luce retrodiffusa dall’atmosfera.

Gli esperimenti condotti ai LNF grazie al superlaser FLAME (e qui è forse il caso di tranquillizzare i pendolari del cielo: durante queste operazioni i ricercatori sono sempre in contatto con i controllori di volo dell’Aeroporto di Ciampino) stanno consentendo agli scienziati di ampliare le conoscenze sulla fisica delle interazioni tra gas e impulsi laser ultra potenti, nel caso della propagazione nell’atmosfera. Le grandi intensità trasportate da questi filamenti e la loro capacità di propagarsi quasi imperturbati su lunghe distanze rendono il loro studio interessante per molti aspetti che riguardano la fisica applicata.

Il laser FLAME fa parte dell’infrastruttura di ricerca denominata SPARC-LAB nella quale viene utilizzato principalmente negli esperimenti di interazione di laser con fasci di elettroni per lo studio dell’accelerazione di fasci di particelle nei plasmi e per la produzione di raggi X di alta intensità.

“La tecnologia laser ormai è conosciuta e impiegata comunemente”, spiega Massimo Petrarca, primo firmatario dell’articolo. “Si usa un laser quando si ascolta un CD o per correggere la miopia, per fare un paio di esempi, ma l’avvento di laser estremamente potenti, sempre più compatti e con particolari caratteristiche dell’impulso di luce, come FLAME, apre la porta a un dominio di utilizzi e applicazioni avanzate, come ad esempio agli acceleratori di particelle del futuro, e sarebbe bello se tra qualche anno questi strumenti altamente tecnologici e affascinanti potessero essere impiegati stabilmente per la risoluzione di problemi d’interesse sociale”.

Fonte: Media INAF | Scritto da Davide Coero Borga


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :

  • 27 km di futuro

    Lungo l’anello di 27 km del Large Hadron Collider (LHC), il superacceleratore del CERN di Ginevra, i quattro giganti della fisica, ATLAS, CMS, ALICE e LHCb,... Leggere il seguito

    Il 03 giugno 2015 da   Media Inaf
    ASTRONOMIA, RICERCA, SCIENZE
  • Le stelle variabili di Gaia

    Curve di luce in banda G relative a Cefeidi nella grande Nube di Magellano osservata dal satellite Gaia durante la fase di commissioning Gaia dà i suoi primi... Leggere il seguito

    Il 02 giugno 2015 da   Media Inaf
    ASTRONOMIA, RICERCA, SCIENZE
  • Materia oscura fredda e pesante? Non è detto

    L’ammasso di galassie ACT-CL J0102−4915 mostrato in questa immagine ottenuta con il VLT dell’ESO, il telescopio SOAR e l’osservatorio spaziale Chandra... Leggere il seguito

    Il 19 maggio 2015 da   Media Inaf
    ASTRONOMIA, RICERCA, SCIENZE
  • Quel raro decadimento del mesone B_s

    Un rarissimo decadimento del mesone B_s. E’ quanto sono riusciti ad individuare CMS e LHCb, due dei quattro imponenti rivelatori del Large Hadron Collider (LHC)... Leggere il seguito

    Il 13 maggio 2015 da   Media Inaf
    ASTRONOMIA, RICERCA, SCIENZE
  • Una compagna per Delta Cephei

    La stella Delta Cephei. Crediti: STScI La stella Delta Cephei è il capostipite di una classe di stelle variabili preziosissime per gli astronomi: lei e gli astr... Leggere il seguito

    Il 12 maggio 2015 da   Media Inaf
    ASTRONOMIA, RICERCA, SCIENZE
  • La Dieta Planetaria: al via la scelta dei nomi da dare agli esopianeti

    Il menu della dieta planetaria. Crediti: Caterina Boccato (infografica) e Sabrina Masiero (testo). Collaborazione con Serena Benatti, Riccardo Claudi e Roberto... Leggere il seguito

    Il 08 maggio 2015 da   Sabrinamasiero
    ASTRONOMIA, RICERCA, SCIENZE