Ecco, ero io. E avevo una convinzione. Che quel brano potesse essere un movimento delle cinque ore de "Le Valchirie" di Richard Wagner (di cui parlai qualche tempo fa). Pensavo: "Come cavolo faccio a trovare questo passaggio in cinque ore di opera? Impossibile".
E invece, lampo di genio, miracolo delle sinapsi, mi torna in mente una pubblicità di quando ero piccino e avevo circa cinque anni, ovvero più di vent'anni fa. Quella del profumo "Egoiste" di Chanel. Ma che brano era? Date un'occhiata.
Sono quindi riuscito a risalire al brano. "La danza dei cavalieri", tratto da "Romeo e Giulietta", di Sergej Sergeevič Prokof'ev, adattato dal dramma di William Shakespeare. Contestualizziamo la scena: si tratta del momento in cui, durante un ballo, mentre Giulietta è col suo promesso sposo Paride, incrocia lo sguardo con Romeo, che subito di innamora di lei. Forse il punto di cambiamento più importante della storia.
Le note basse e gli ottoni danno il ritmo incalzante e grave mentre gli archi all'unisono disegnano una melodia tesa, elettrica, rendendo il brano cupo, epico e angosciante. Questo era il motivo per cui lo collegavo a Wagner
Secondo Wikipedia, allo stesso tempo sono un'evocazione del regime sovietico (e così facciamo pari con Wagner, di cui ho parlato nel post sulle Valchirie, in quanto compositore preferito da Adolf Hitler). Oltretutto, la cultura sovietica dell'epoca non accettavano finali tragici e quindi questo balletto, a differenza della versione originale di Shakespeare, dovette assumere una conclusione ottimistica. Solo anni dopo Prokofiev ristabilì quella autentica e tragica.
Comunque eccovi il brano, ballato da Rudolf Nureyev.
Oppure eccovela in questa versione solo piano, altrettanto bella, eseguita dal pianista russo Evgeny Kissin.