Che serata strana…
Sono capitata in un locale nuovo, una birreria.
Sul micro palco c’era un gruppo (cover rock assortite) che conosco sì e no – ovvero: conosco soltanto uno dei componenti.
A un certo punto, iniziano a chiamare sul palco gli amici che vedono nel pubblico.
Uno ad uno.
E per ognuno, una canzone.
Non ci crederete come non ci credo ancora adesso io, ma tutti questi ospiti arrivavano dal mio personalissimo passato musicale.
Ognuno, un’epoca diversa.
C’era il mio compagno dei corsi di armonia della scuola di musica: parliamo di 20-25 anni fa.
C’era il percussionista del gruppo new wave (chiamiamolo così) col quale suonavo quand’ero più grandicella.
E c’era pure il cantante del gruppo V., che una sera di tanto tempo fa (settembre 1993, se la memoria non m’inganna) fu il nostro gruppo spalla. Con “nostro” intendo la superband formata da me, mia sorella, mio fratello e una manciata di amici. Quella era la serata di debutto del nostro progetto: io avevo appena compiuto 18 anni, suonavo rock, vestivo dark, ero magra come un fuscello e la mia più grande felicità era poter salire su un palco.
E suonare.
Insomma, stasera in un paio d’ore ho rivisto il film del mio percorso musicale e anche del mio percorso di vita.
Una scena dopo l’altra.
Gli occhi sbarrati dalla sorpresa di rivedere tante vecchie conoscenze, tutte insieme.
E ho visto anche un’altra cosa: che si può invecchiare, ma l’amore per la musica resta lì, ancorato al cuore.
Insieme alla voglia di vivere.
Bonne nuit, mes chéris.