Kenzo lancia una nuova declinazione della sua fragranza icona Flower. Flower in the The Air è pensato come un sogno, una pagina bianca che lascia aperta la strada all’immaginazione, su cui si staglia il papavero, leggero e fluttuante, simbolo di libertà.
Vi lascio direttamente alle parole dei creatori.
Fragranza
Il profumo di un fiore sognato, il profumo di una donna-fata
di Alberto Morillas, maître parfumeur
“Per creare Flower in the Air mi sono ispirato al cuore delle donne, osservandole
come si guarda la prima rosa della primavera. Stando con loro, guardandole a
lungo, ascoltandole in silenzio, il mio intuito di bambino si è gradualmente
trasformato in una certezza che volevo dichiarare al mondo. Quello che ho
imparato sulle donne, dalla mia esperienza di parfumeur e di uomo, è che il cuore
di ognuna custodisce varie possibilità. Una donna può essere amante, madre,
tenera innamorata, può apparire fragile quanto un bocciolo di rosa o combattiva
quanto la fragranza di una rosa di maggio. E la cosa straordinaria è che può
assumere tutte queste caratteristiche contemporaneamente…oppure una per volta.
Così, creando Flower in the Air, ho voluto rendere omaggio, non a una donna in
particolare, ma a tutte le donne, di ieri, di oggi e di domani. Donne dalle
sfaccettature molteplici e cangianti, donne ineffabili, indomabili.
Per questo ho cercato i fiori più belli in grado di esaltare la femminilità assoluta.
Ho raccolto quattro tonalità di rose che ho assemblato come un caleidoscopio.
Rose declinate su sfumature di rosso. Ho voluto celebrare la donna con una firma
tanto femminile quanto luminosa che vira da un rosso-papavero vibrante come
l’energia che lo anima, fino a un rosa voluttuoso. Sfaccettature talvolta croccanti,
talvolta sensuali animano la fragranza come tanti petali diversi di un unico fiore.
Il succoso lampone e l’esplosiva bacca rosa vestono la costruzione olfattiva come
un elegante drappeggio. Un soffio di voluttuosa magnolia e una luminosa
gardenia coronano questo abito profumato.
Secondo me è quel tipo di bellezza, universale, che si adatta a ogni donna. Tenera
e talvolta mordace, eterea ma anche capricciosa, fredda o sensuale: ho sognato
un profumo che parli a tutte le donne, uno specchio in cui ognuna può ritrovare
una parte di sé.”
ALBERTO MORILLAS
Flacone
Il papavero lasciato libero
di Serge Mansau
“Il mio status di “artista”, tra scultura e design, mi autorizza a trovare legami nascosti.
In occasione di un mio contributo al Festival Internazionale dei Giardini di Chaumont, ho
creato un giardino composto da una gigantesca pozzanghera sulla quale galleggiavano
alcuni fiori e foglie di salice e volavano farfalle rosse.
Avevo immaginato uno specchio d’acqua con l’unico obiettivo creare per riflesso un prato
di nuvole dove la sera si potevano scorgere anche la luna e le stelle.
Vi crescevano fiori rossi.
Un giorno dei bambini allegri lanciarono dei sassolini e ruppero lo specchio di prato.
I fiori-farfalle, spaventati, volarono via.
Fu questa immagine a ispirarmi per creare il nuovo flacone Flower.
Ho cercato di bilanciare la bellezza nascosta e la bellezza rivelata…
Ho immaginato un “lago” di profumo protetto da un ombrello di petali…
Una luce cristallina.”
SERGE MANSAU
Film
La pagina bianca,
di Patrick Guedj.
“Flower ha sempre raccontato la storia del papavero. Un papavero militante, forte e fragile,
che porta la bellezza nella città con la sua semplice presenza, aggiungendo una poesia
forte e commovente. Ma abbiamo voluto uscire dai confini, rompere ogni vincolo,
dimenticare tutti i codici e chiederci: qual è l’essenza di questa storia? Come rendere il
mondo più bello oggi?
La risposta era già nelle nostre domande: libertà. Il papavero ha bisogno di libertà. Deve
poter andare dove vuole. Fare quello che vuole. Potersi dire: E se volassi? E se facessi
fiorire tutto il mondo? E se…?
Questo papavero libero, assolutamente libero, ha deciso di prendere la via del cielo e ha
infuso in questa nuova creazione la sua firma unica. Continua a esprimere il messaggio di
FlowerbyKenzo con un’aura particolare e personalissima.”
PATRICK GUEDJ