Fino al 12 giugno presso l’AuditoriumArte di Roma sarà possibile visitare la mostra Fluxus Biennal, in cui plastica e musica si combinano in maniera assolutamente affascinante. Il progetto,realizzato sotto la soprintendenza di Achille Bonito Oliva, ripercorre la vita del compositore e dell’artista visuale Giuseppe Chiari per poi passare all’intera produzione del movimento Fluxus, a cui aveva aderito.
La mostra si compone di due installazioni di Chiari, tra cui Featuring, due pianoforti da lui modificati, e si potranno anche vedere alcuni suoi collage e documenti presi dai suoi lavori.
Ad affiancare la mostra ci sarà la presentazione del compositore di musica contemporanea Alvin Curran, che interpreterà in chiave elettronica le musiche di Chiari, come parte del suo progetto TransDataExpress.
Giuseppe Chiari nasce a Firenze nel 1926; studia ingegneria, anche se trova la sua vena creativa nella musica e nell’arte. Sogna di poter interpretare il jazz, ma il suo inquieto spirito rinascenti sta lo porta ad effettuare diverse incursioni nel cinema, nelle arti visuali, nell’architettura e nella letteratura.
Alla fine degli anni ’50, attratto dal lavoro di John Cage, che si trovava a Fiorenze per un breve soggiorno, inizia a comporre interessanti composizioni di musica sperimentale in cui adopera la matematica e le sue conoscenze dell’avanguardia. Ma non si ferma certo qui, la musica è solo un elemento creativo che gli permette di porsi interrogativi sull’arte, l’espressione, la composizione, i significati, la filosofia e la politica.
Da quel momento in poi, Chiari inizia a porre l’uomo al centro del dibattito politico-sociale che contorna qualsiasi attività, arte compresa. Legge, scrive, segue il dadaismo di Duchamp per approfondire ancora di più il suo lavoro e nutrire le sue discussioni teoriche.
Gli anni ’60 sono un periodo di cambiamenti e interrogativi, e Chiari condivide le inquietudini espresse da Cage. Si dirige quindi verso la ricerca di nuovi punti di vista teorici e pratici, e nel farlo aderisce al movimento Fluxus e ai ready-made, e la poesia visuale si somma alle sue inquietudini artistiche, avvicinandolo all’arte concettuale.
L’arte Fluxus era concepita come un’espressione completa e interdisciplinare dell’arte: ideatori di eventi, opere create con elementi teatrali, arti visuali e musicali in cui la partecipazione del pubblico è uno degli elementi chiave.
Negli anni ’70 Chiari si dedica all’attività concertistica e a scrivere articoli di critica dell’arte su diversi media, mettendo da parte la composizione. Pubblica in quel periodo il suo primo libro, La musica senza contrappunto, a cui ne seguiranno altri in cui esprime con chiarezza la sua visione del mondo di sinistra, che si riflette nella sua analisi dell’arte e della musica nella società.
Negli anni ’90 affida ai collage, tramite cui esprime le sue criticità, il ruolo dei media e la loro influenza nella società. Li esegue incollando ritagli, parti di strumenti musicali, elimina gli oggetti dal loro contesto reinserendoli in un contesto simile a quello causato dalla progressiva invasione dei media nella società. Chiari muore nel 2007, lasciando enormi contributi alla musica, all’arte visuale, al cinema e all’architettura.
Per ulteriori informazioni, http://www.parlandodarte.com/italia/centrosud/1056-mostra-v-fluxus-giuseppe-chiari-allestita-presso-auditoriumarte-roma-dal-29-aprile-al-12-giugno-2011
Questa mostra riporta in vita le passioni di un’epoca in cui Chiari fu un attore importante, e per questo non puoi non vederla se stai trascorrendo qualche giorno romantico appartamenti a Roma
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