Sono passati tre anni dal nostro viaggio in Sudafrica e non vedevamo l’ora di poter fare questo viaggio in Namibia. Arriviamo a Windhoek con volo Lufthansa/British da Roma via Francoforte via Johannesburg. Impieghiamo circa 2 ore per arrivare all’aeroporto di Francoforte, meno di 1 ora di tempo per prendere il volo per Johannesburg, 10 ore e 30 per arrivare in Sudafrica e quindi dopo un attesa di oltre 3 ore prendiamo l’ultimo volo per Windhoek della durata di un paio di ore.
All’arrivo in aeroporto ritiriamo l’auto all’AVIS, un double cab Toyota Hilux 4wd con doppia ruota di scorta. Roberto il nostro referente su Windhoek ci fa un briefing elencandoci consigli ed avvertenze sulle strade da percorrere e quindi, stanchi morti, arriviamo all’hotel. Per la nostra prima notte a Windhoek siamo al Country Club. Un albergo di ottimo livello con l’unico neo di non riscaldare per niente le aree comuni. Siamo in pieno inverno e al mattino seguente a colazione ci vuole il piumino. Colazione alle 6.30 e partenza alle 07.30.
Intorno alle 13.00 circa ci fermiamo al lago Otjikoto, che in lingua Herero significa buco profondo; visitiamo il posto che è anche parco nazionale. Pranzo al sacco in completa solitudine sul bordo del lago e quindi proseguiamo verso Namutoni. Al gate di Namutoni riempiamo il modulo con i nostri dati e proseguiamo fino al Namutoni camp, il celebre fortino tedesco ristrutturato dal NWR (Namibia Wildlife Resorts). Al check in paghiamo la quota per il parco per tutte le 4 notti che soggiorneremo all’Etosha e ci assegnano la camera, un bush chalet. Le camere sono state ristrutturate recentemente e sono veramente deliziose, mentre i lavori in molte aree comuni non sono ancora del tutto completati. Nel complesso comunque il campo ottiene da noi un giudizio più che positivo.
La cena al campo è a buffet, 180 NAD bevande escluse. Nulla di eccezionale ma è più che accettabile.