La mia donna mi disse che ero femminile, ed aveva ragione. La mia donna mi disse che ero maschile, ed aveva ragione. La mia donna mi dice che di me ama l'ambiguità, il mio essere sia donna che uomo, ed ha ragione... Non sono né carne né pesce, come disse qualcuno in un noto film, egli era Mary, Mary per sempre. Io sono io. Non posso entrare in una categoria perché nella mia società la mia categoria devono ancora inventarla, e prevedo impiegheranno parecchio a farlo, non credo assisterò alla sua nascita. Non sono una donna perché non mi atteggio a tale, non mi vesto esattamente come una donna pur non vestendomi in maniera maschile. Non sopporto l'idea di essere "protetta", anche se a volte mi ci trovo bene. Non sopporto l'idea che qualcuno paghi per me, anche se inizio ad abituarmi per forza all'idea (o lo accetto o litigo ogni sera...), desidero essere io quella che provvede ai bisogni, io quella che ti tiene stretta tra le braccia facendoti scivolare di dosso la giornata faticosa, perché adoro sentire il tuo corpo che si rilassa, si adagia. Nell'amore voglio giocare a lungo, renderti speciale ogni secondo, portare in me ogni gemito e lasciarti andare al momento giusto, ma voglio pure sentirmi tua, appartenerti. Ho un corpo che non cambierei perché è il mio, e l'ho ottenuto con fatica, ma è solo un involucro di carne al cui interno esiste un mondo non classificabile. Il mio corpo è solo l'istantanea di un momento, di una situazione, un attimo in cui il tempo si ferma e la materia comunica. Io sono altro. Sono un mondo senza confini, senza etichette e senza giudizi. A volte non mi riconosco, quando il giudizio esterno s'impone con forza devo ricalibrarmi, ma se mi lascio scorrere come un fiume mi sento, e mi vivo con forza, e l'amore che riesco a dare è grande perché grandi sono gli spazi in cui crearlo. Uomo... Donna... Io e te, abbracci, sorrisi, amore, carezze, sguardi e litigi. Io e te, oggi e domani. Io e te, e sarà sempre così, non importa che nome gli diamo, il nostro amore non ha colore. Esiste. Ci sarò sempre io, e ci sarà sempre un tu
La mia donna mi disse che ero femminile, ed aveva ragione. La mia donna mi disse che ero maschile, ed aveva ragione. La mia donna mi dice che di me ama l'ambiguità, il mio essere sia donna che uomo, ed ha ragione... Non sono né carne né pesce, come disse qualcuno in un noto film, egli era Mary, Mary per sempre. Io sono io. Non posso entrare in una categoria perché nella mia società la mia categoria devono ancora inventarla, e prevedo impiegheranno parecchio a farlo, non credo assisterò alla sua nascita. Non sono una donna perché non mi atteggio a tale, non mi vesto esattamente come una donna pur non vestendomi in maniera maschile. Non sopporto l'idea di essere "protetta", anche se a volte mi ci trovo bene. Non sopporto l'idea che qualcuno paghi per me, anche se inizio ad abituarmi per forza all'idea (o lo accetto o litigo ogni sera...), desidero essere io quella che provvede ai bisogni, io quella che ti tiene stretta tra le braccia facendoti scivolare di dosso la giornata faticosa, perché adoro sentire il tuo corpo che si rilassa, si adagia. Nell'amore voglio giocare a lungo, renderti speciale ogni secondo, portare in me ogni gemito e lasciarti andare al momento giusto, ma voglio pure sentirmi tua, appartenerti. Ho un corpo che non cambierei perché è il mio, e l'ho ottenuto con fatica, ma è solo un involucro di carne al cui interno esiste un mondo non classificabile. Il mio corpo è solo l'istantanea di un momento, di una situazione, un attimo in cui il tempo si ferma e la materia comunica. Io sono altro. Sono un mondo senza confini, senza etichette e senza giudizi. A volte non mi riconosco, quando il giudizio esterno s'impone con forza devo ricalibrarmi, ma se mi lascio scorrere come un fiume mi sento, e mi vivo con forza, e l'amore che riesco a dare è grande perché grandi sono gli spazi in cui crearlo. Uomo... Donna... Io e te, abbracci, sorrisi, amore, carezze, sguardi e litigi. Io e te, oggi e domani. Io e te, e sarà sempre così, non importa che nome gli diamo, il nostro amore non ha colore. Esiste. Ci sarò sempre io, e ci sarà sempre un tu