Fobie

Creato il 27 settembre 2012 da Sambruno
L'altra notte non riuscivo a dormire. Ho provato di tutto: contare le pecore, mandare in loop mentale la ninna nanna per i lattanti, immaginare luoghi bucolici, lasciar vagare pensieri e ricordi... e a un certo punto è arrivato esso, il ricordo della prima volta in cui mi sono resa conto di avere paura di qualcosa. Da lì ho cominciato a rimuginare sulle mie fobie. Non il modo migliore per cercare di prendere sonno.
1. L'altezza e i luoghi traballanti
Dove per "altezza" intendo anche uno sgabello di trenta centimetri o una sedia. Se si muovono sotto il mio peso anche di pochi millimetri, io mi blocco. O cerco subito un appiglio.
Salire su una scala è una mezza tragedia. Adesso. Fino a qualche anno fa era una tragedia completa.
Non ricordo che qualcuno mi abbia mai fatto lo scherzone di muovermi all'improvviso la scala mentre salivo o ci stavo appollaiata su. Avrò rimosso, tanto forte sarà stato il trauma. O forse l'avrò visto fare a qualcun altro. Sta di fatto che ogni volta che sono costretta a salire fino all'ultimo piolo comincio a sudare freddo, la vista va e viene, il cuore martella e, piano piano, mi accortoccio su me stessa fino ad aggrapparmi alla tarversa - o come cavolo si chiama quella sbarra a cui le persone non fobiche appoggiano le ginocchia per mantenersi in equilibrio quando stanno proprio in cima al trabiccolo. E non importa che la scala sia alta un metro o due o tre: l'effetto è lo stesso.
Come dicevo, adesso va meglio: riesco a salire fino a metà senza problemi. Devo solo accertarmi, prima, che non ci sia alcuna possibilità che la scala possa muoversi, richiudersi, aprirsi del tutto, traballare,... E devo essere sola. Se con me c'è qualcuno che possa accorgersi della mia fobia, il solo pensiero di poter essere sfottuta mi fa agitare. È successo più volte e vi assicuro che non è divertente e non aiuta nemmeno a superare il momentaccio. Fa solo incavolare. Né mi aiuta il pensiero contrario, ovvero che qualcuno possa dimostrarsi comprensivo e cercare di aiutarmi. Per questo io e le scale ce la dobbiamo vedere in privato :) Sono fatta storta, lo so.
2. Le altezze "veramente alte"

No panic! No panic! No... Okay, PANIC!

Avevo quattro o cinque anni, ci eravamo trasferiti nella casa nuova: appartamento al quinto piano. Un giorno mi affacciai al balcone con il resto della mia famiglia - nel senso che mi misi in ginocchio sulle mattonelle, mi aggrappai alle sbarre e guardai verso il basso.
Il cortile mi balzò incontro. Tutto cominciò a girare. Dopo ricordo solo mia madre che mi tirava indietro, mentre io strillavo perché non volevo lasciare la sicurezza delle sbarre che stringevo.
Così ho familiarizzato con il concetto di "vertigini".
Non sono più stata capace di affacciarmi da una certa altezza per anni. Era abbastanza umiliante doversi tenere in disparte mentre amici e parenti chiacchieravano con i gomiti sulla ringhiera di un balcone, come se niente fosse, mentre io non riuscivo ad avvicinarmici.
Un pomeriggio, salii in soffitta con mio padre e il cane che avevamo allora.
Orrore degli orrori: il pavimento era inclinato verso il basso. Verso delle finestrelle prive di protezione. Immediatamente mi vidi perdere l'equilibrio, rotolare a tutta velocità e sfondare il vetro di una. Napoleon girellava tranquillo su e giù. Vidi anche lui fare la stessa fine. E non servì a niente che mio padre mi rassicurasse: dovetti prendere il cane e filarmela di sotto.
Oggi il problema l'ho superato quasi del tutto. Come nel caso della scala, ho "lavorato su me stessa", affacciandomi da tutte le altezze possibili e immaginabili. MA... Quando vado a fare trekking in montagna e mi trovo a costeggiare un precipizio, mi incollo letteralmente alla parete di roccia che delimita il lato "sicuro" del sentiero. Guardo verso il basso, sì, ma senza avvicinarmi al ciglio: sporgo il collo come le tartarughe.
Una volta ho provato a fare la splendida e a fermarmi a due passi da un burrone.
È finita che sono dovuta strisciare indietro, con la testa che girava e una gran voglia di vomitare :-|
Però non mollo. È solo nella mia testa. La spunterò io.
3. Non poter più tornare in superficie
Mi piace nuotare, anche se non lo faccio da anni (causa insanabile conflitto con la mia immagine in costume... meglio che non ci pensi). Non mi spaventa andare al largo, anche se so che in Sicilia non è raro trovarsi sotto costa gli "squali carnivori" (cit.) e che il primo incontro con uno di loro, fosse anche con una verdeschina piccina picciò, potrebbe essere fatale al mio cuore - benché li ami. E ho sempre adorato andare sott'acqua, tanto che ho intenzione di prendere il brevetto, la volta in cui - con una muta addosso - sembrerò un essere umano e non un panzerotto ripieno.
Il mare mi fa paura solo in un modo: visto dall'alto. Sorpresi, vero? :)
Ogni volta che, nel tornare a Messina, lascio il treno per salire su uno dei ponti del traghetto e mi affaccio... brividi grossi come anguille. Niente vertigini, anche se per me è un poco straniante guardare il mare e vedere solo quel blu profondo.
È che mi prende il pensiero: "e se cadi e non riesci più a tornare su?" O, ancora: "e se cadi e non ti basta il fiato per tornare in superficie?" Perché io ho la capacità polmonare di un centenario fumatore forte da quando aveva otto anni. E non fumo!
Per questo mi hanno sempre fatto impressione, e me ne fanno tutt'ora, quelle righe di La sirenetta in cui Andersen parla dei marinai che affondano tra i flutti e giungono morti nel regno dei tritoni.
Ecco perché, quando salgo su un traghetto, la prima cosa che faccio è mettermi sott'occhio i salvagenti :)
Nondimeno, ho deciso che voglio fare una crociera. Anche per avere la meglio sul mal di mare (la sto spuntando sul mal di treno e sul mal d'auto!). Niente di stratosferico: anche una che tocchi i porti principali d'Italia. Non sono mai stata da nessuna parte. E, miracolosamente, in famiglia nessuno ha avuto da ridire sul fatto che "Ah! 'Na fimmina sula su 'na navi pe' 'na semana!". Comincio a risparmiare per il mio biglietto *O*
Come conta è abbastanza rassicurante: solo tre grandi fobie. Pensavo peggio :)