La Groenlandia è una zona del nostro pianeta alla quale sono particolarmente affezionata. L’ho visitata e ho viaggiato tra i suoi mari ghiacciati.
Ho fatto molti incontri interessanti che mi hanno aperto gli occhi su una cultura completamente diversa da quella occidentale, sulle problematiche, sulle dificoltà di una popolazione che vive in condizioni pressochè estreme e deve lottare per mantenersi e tutelare le proprie caratteristiche.
Lo stesso tipo di lotta è condiviso dagli animali che abitano questa terra.
Le foche della Groenlandia sono una specie a rischio di estinzione e partoriscono un solo cucciolo all’anno fra febbraio e marzo allevandolo per un mese prima che diventi adulto.
“Il tipo di mortalità che stiamo osservando è drammatico. Intere classi d’età potranno scomparire dalla popolazione in questi anni con questa scarsità di ghiaccio: sostanzialmente tutti i cuccioli muoiono”, ha detto David W. Johnston, ricercatore presso la Duke University Marine Lab. “Si mette in discussione la resistenza della popolazione.”
Lo studio, pubblicato sulla rivista PLoS ONE, è il primo a dimostrare che la copertura di ghiaccio stagionale del mare in tutte e quattro le regioni di riproduzione nel Nord Atlantico sono diminuite di ben il 6 per cento per il decennio dal 1979, quando si sono cominciati a registrare i dati satellitari.
Le foche contano sul ghiaccio stabile del mare d’inverno come luogo sicuro per partorire e allattare i loro piccoli fino a quando i cuccioli possano nuotare e cacciare da soli.
Le femmine cercano più spesso gli strati di ghiaccio più antichi nelle acque sub-artiche fra febbraio e marzo, e si sono adattate allo sciolgimento dei ghiacci in primavera sviluppando un insolitamente breve periodo di nursery di soli 12 giorni.
“Come tutte le specie, le foche possono adattarsi a cambiamenti climatici a breve termine, ma la nostra ricerca suggerisce che non riusciranno ad assorbire gli effetti della variabilità a breve termine combinata con gli effetti a lungo termine dei cambiamenti climatici e l’influenza degli esseri umani attraverso attività come la caccia”, ha detto Johnston.
Per valutare gli impatti cumulativi di questi fattori, i ricercatori hanno analizzato immagini satellitari del ghiaccio invernale dal 1992 al 2010 nel Golfo di San Lorenzo, una regione di allevamento importante al largo della costa orientale del Canada e le hanno confrontate con il numero di cuccioli morti.
Recenti rapporti dicono che alcune foche stanno partorendo in nuove zone di riproduzione nella Groenlandia orientale a indicare che qualche cambiamento potrebbe essere in atto, ma a migliaia tornano indietro ogni anno per l’allevamento tradizionale nel Golfo di San Lorenzo a prescindere dalle condizioni di ghiaccio.
Ancora una volta siamo davanti ad una problematica grave legata allo scioglimento dei ghiacci e al riscaldamento globale.
L’uomo continua imperterrito ad impoverire e ad inquinare la casa in cui abita senza porsi la domanda sulle conseguenze che le sue azioni provocano.
Ancora una volta vi invito a riflettere sulle azioni di ognuno di noi.
Mi auguro che il 2012 sia un anno in cui il rispetto per l’altro (essere umano o animale che sia) possa trionfare e regalare così un pò di respiro al nostro pianeta in affanno.