Vincere crea dipendenza. Quando nel proprio DNA risiede il seme della vittoria, l’astinenza provoca dolore e consuma dall’interno. Il Boca Juniors non riesce ad imporsi in territorio nazionale dalla perentoria conquista dell’Apertura 2011 (se si eccettua il successo nella neonata Copa Argentina nella stagione 2011/2012). Ben tre sono i semestri passati nell’anonimato, tre semestri nei quali gli Xeneizes hanno inanellato una serie di tornei e prestazioni poco convincenti per non dire disastrosi (i picchi più bassi sono sicuramente la recente sconfitta casalinga contro l’All Boys per 0-2, prima storica affermazione dell’Albo alla Bombonera, e la débacle esterna, 3-0, subita dall’Olimpo).
Ed è così che il presidente del Boca, Daniel Angelici, ha tuonato: “Non si può stare troppo tempo senza vincere”.
Il club di Casa Amarilla ha dunque l’obbligo di vincere il prossimo torneo e non avrà alibi in caso di fallimento. La rosa attuale, stando anche a quanto dichiarato dal patron, è sufficientemente competitiva per puntare al titolo. Inoltre, l’esclusione dalla Copa Libertadores (altra macchia pesante delle ultime annate) permetterà a Bianchi di preparare al meglio ogni partita, dovendo e potendo pensare di settimana in settimana.
Non sono pertanto ammessi errori. Il Boca Juniors si presenta ai nastri di partenza del Final 2014 da favorito e dovrà superare ogni ostacolo che gli si opporrà di fronte verso la strada che conduce al titolo perché per un club che è abituato a vincere errare è umano ma perseverare è più che diabolico.
Juan Forlín, arrivato per puntellare la difesa. (foto: mediotiempo.com)
MERCATO – Nella sessione di mercato estiva (l’Argentina fa parte dell’emisfero australe) ciascuna società ha la possibilità di acquistare solo due giocatori. Il tecnico Carlos Bianchi ha da subito precisato che la sua formazione necessitava di un centrale difensivo di livello e di un laterale destro, ruolo decisamente scoperto (nell’ultimo semestre vi si sono infatti avvicendati vari centrocampisti centrali quali Erbes e Méndez). La dirigenza azul y oro non si è fatta pregare e ha dotato il Virrey del materiale mancante: alla corte boquense è tornato il centrale Juan Forlín, proveniente dall’Al-Rayyan qatariota, ed è arrivato il terzino destro Hernán Grana dall’All Boys.
Forlín andrà a comporre un’ottima coppia difensiva con il Cata Díaz, due calciatori con ampia esperienza europea che offriranno a Orion la sicurezza difensiva che è mancata ultimamente al Boca.. Forlín vanta una militanza di quattro stagioni tra le fila dell’Espanyol – una permanenza condita da 165 presenze e 2 gol – e un passato nella formazione B del Real Madrid. Nella sua ultima esperienza in Qatar, nell’anno solare 2013, ha totalizzato solamente 8 presenze dunque, molto probabilmente, avrà bisogno di un po’ di tempo per raggiungere la giusta intesa con il compagno di reparto e, in generale, per ritrovare il ritmo partita.
Grana, dal canto suo, è un calciatore abbastanza affermato in Argentina. Non un fenomeno ma un giocatore discreto, che ama spingere sulla fascia ma che non disdegna la fase difensiva. Alla soglia dei trent’anni è arrivata la chance di giocare in una grande. Sta a lui dimostrare di meritarsela.
Oltre ai già citati acquisti principali, sono tornati alla base per fine prestito due centrocampisti. Si tratta di Nicolás Colazo, di rientro dall’All Boys, e di Guillermo Fernández, che lascia il Rosario Central. Resta da vedere se Bianchi li terrà in considerazione o se avallerà un’altra cessione in prestito.
Gli arrivi, mirati, si incorporano a una base già solida e ben delineata che presenta Díaz, Gago, Riquelme e Gigliotti come spina dorsale.
Sul fronte cessioni, si può dire che sono state numerose, alcune anche importanti e, forse, dure da digerire. Una su tutte quella di Nicolás Blandi ai rivali del San Lorenzo, diretta concorrente per la conquista del Final 2014. Blandi era ormai chiuso dal Puma Gigliotti e pretendeva spazio, cosa che potrà garantirgli il Ciclón, almeno fino al rientro di Cauteruccio. Altra cessione che merita attenzione è certamente quella che riguarda il gioiellino classe 1994 Leandro Paredes. Quello che Bianchi aveva in mente come il sostituto naturale di Riquelme è stato acquistato dalla Roma, che si è accaparrata un potenziale futuro crack.
Per il resto a salutare la Bombonera sono stati Matias Caruzzo, che ha rescisso e si è accasato all’Universidad de Chile, Ribaír Rodríguez, volato in Messico al Santos Laguna, Jesús Méndez, tornato al Rosario Central, Damián Escudero, venduto al Vitória, e Franco Cángele, svincolato.
Avrebbe potuto lasciare il Boca Juniors anche il Burrito Martínez, scosso dalla violenta rapina, avvenuta nella sua casa di Buenos Aires, il 30 dicembre scorso. Inizialmente si vociferava con insistenza di una sua cessione all’estero ma lo stesso Martínez ha chiuso la questione tramite il suo profilo twitter sostenendo che rimarrà al Boca.
Il premio telenovela del mercato se l’è invece guadagnato – ahilui – il povero Cristian Erbes, che possiamo oramai considerare come un vero e proprio rinforzo. Il centrocampista era in procinto di passare al Bétis Siviglia, stava per partire per la Spagna, quando il nuovo allenatore della società spagnola – tra l’altro un argentino – ha bloccato la trattativa e annullato l’operazione con l’ennesimo dietrofront che ha fatto infuriare la società xeneize.
Come detto in precedenza, ogni squadra può acquistare massimo due calciatori in questa finestra di mercato però, nel caso un calciatore subisca un grave infortunio, si può richiedere all’AFA il permesso di acquistarne un terzo. Ed è per questo che il Boca è ancora attivo sul mercato, alla ricerca di un sostituto per Joel Acosta, vittima di un infortunio che lo terrà fuori per molto tempo. I papabili sostituti sono Jesús Datolo dell’Atletico Mineiro, Diego Perotti del Siviglia e Gio Moreno, offerto dalla Cina. Bianchi ha fatto sapere che il terzo rinforzo dovrà essere di qualità, un tipo di giocatore differente dagli altri, non presente nella rosa attuale. Quindi, dato che le trattative per i tre giocatori sopraccitati appaiono complicate, non è da scartare l’ipotesi che alla fine non arrivi nessuno.
CAPITOLO INFORTUNI – Carlos Bianchi e la dirigenza tutta si sono trovati d’accordo nell’asserire che uno dei rinforzi più importanti sarà la diminuzione degli infortuni e la prevenzione degli stessi. L’infermeria, spesso affollata, ha contribuito notevolmente alle recenti delusioni xeneizes. Nel 2013 gli infortuni, di qualunque tipo, sofferti dai giocatori, ammontano a 63. Una pazzia. Il presidente Angelici ha più volte puntato il dito contro lo staff medico finendo comunque per riconfermarlo in toto. Ruolo fondamentale avranno dunque Sergio Czechowicz, preparatore fisico, e il dottor Pablo Ortega Gallo, medico del club, che dovranno collaborare e impegnarsi assiduamente affinché venga risolto il problema.
El Enano Acosta in azione nell’ultimo derby contro il River. (foto: azulyoro.net)
LA SORPRESA – Dopo la partenza di Leandro Paredes e visto il momentaneo infortunio di Riquelme, la posizione di trequartista centrale è rimasta senza padrone. Allora Bianchi ha deciso di buttare nella mischia un ragazzino di 19 anni, alto – si fa per dire – 160,8 cm ma dalla grande personalità in mezzo al campo e dall’immensa qualità, specie nel dribbling. Il giovanotto in questione si chiama Luciano Acosta e sta cercando di sfruttare l’assenza di Riquelme per farsi notare e scalare le gerarchie. Abile col destro e col sinistro, el Enano, come viene soprannominato, è in grado di spaccare in due le difese avversarie con le sue accelerazioni e creare spesso la superiorità numerica. Il suo debutto di fuoco si è consumato nel Superclasico contro il River di sabato scorso. Acosta ha giocato solo 45 minuti (è stato sostituito nell’intervallo dopo l’espulsione di Díaz al fine di ricomporre la difesa a 4) ma ha impressionato positivamente, stupendo tutti con le sue giocate. Il Virrey lo riproporrà con molte probabilità nelle prossime sfide precampionato. Lo accudirà, eviterà di esporlo troppo all’attenzione mediatica e lo gestirà come solo lui sa fare. Che sia sbocciato un nuovo talento in casa Boca?
FORMAZIONE – Con l’avvento dell’anno nuovo, Carlos Bianchi ha deciso di accantonare il suo classico 4-4-1-1 e di proporre un nuovo modulo, più spregiudicato, con l’intenzione di sfruttare l’enorme potenziale offensivo della squadra. Parliamo del 4-2-3-1 già visto nelle prime amichevoli estive (contro Estudiantes e River Plate nella Copa Mar del Plata). In porta troviamo l’indiscusso Agustín Orion (infortunatosi nel Superclasico di sabato scorso, dovrebbe rientrare per l’inizio del campionato). In difesa la linea a 4 sarà composta da Grana a destra, Emanuel Insúa a sinistra, con Forlín e il Cata Díaz che formeranno la diga centrale. Il duo di centrocampo vedrà schierati Fernando Gago (sperando riesca a risolvere i suoi continui problemi fisici), in qualità di playmaker dalla tecnica e visione sopraffine e Pablo Ledesma, come randellatore e incursore allo stesso tempo. I trequartisti a supporto dell’unica e confermatissima punta Gigliotti saranno Sánchez Miño (prima sedotto poi, per ora, abbandonato dal calcio ucraino), che agirà sulla sinistra, Juan Román Riquelme (leggasi Gago, rientrerà anche lui per l’inizio del torneo), il vero e proprio fulcro del gioco boquense e capitano della squadra, e Juan Manuel Martínez, che partirà da destra. All’occorrenza i due esterni potrebbero invertirsi per avere la possibilità di rientrare e andare al tiro col piede forte oppure semplicemente per tentare uno scambio con la punta e la percussione centrale. Riquelme, come al solito, dovrà essere la luce del gioco, colui che dovrà inventare orizzonti ai più sconosciuti e liberare davanti alla porta i propri compagni. Ciò è confermato anche dalle parole di Ledesma che afferma come il Boca continui a dipendere dal suo numero 10, l’unico in grado di risolvere le partite con una giocata repentina o di far respirare la squadra con la classica “pausa” sudamericana. Il nuovo sistema tattico sembra sia stato ben accolto dai giocatori e soprattutto dal centravanti, Emanuel Gigliotti, che dopo il Superclasico rivela convinto: “Il nuovo modulo mi piace. Contro il River non mi sono sentito solo, sono stato ben supportato”.
Ora non rimane che lavorare sul rodaggio del nuovo modulo e sulla preparazione fisica dei giocatori per giungere pronti alla missione.
“Como no somos los unicos, decidimos ser los mejores” Ecco cosa significa avere un DNA vincente! (foto: dodicesimouomo.net)
I tifosi della “Doce” attendono ansiosi il ritorno alla vittoria e la dirigenza è stata chiara nel fissare l’unico obiettivo stagionale. La pressione sale con il passare dei giorni. Il mondo Boca sogna la vuelta olimpica e per farlo ha bisogno della vittoria, un piacevole veleno che circolerà per sempre nel DNA di chi è nato vincente.