«Per il calcio italiano il cambio sarà solo di natura finanziaria e non gestionale», spiega il responsabile italiano Marco Bogarelli, e potrebbe anche avere effetti positivi ed extracalcistici considerando il sempre maggiore appeal che il calcio made in Italy ha in Cina (basti pensare a Marcello Lippi dal 2012 alla guida del Guangzhou Evergrande). Per il magnate cinese comprare Infront (600 dipendenti sparsi in 12 Paesi del mondo, ricavi per 800 milioni e come Ceo un certo Philippe Blatter, nipote del gran capo Fifa) significa mettere nel mani sul pallone a livello globale, con la prospettiva di estendere gli interessi in chiave 'olimpicà, se è vero che Pechino è il lizza per organizzare i Giochi invernali del 2022 (diventerebbe la prima città della storia ad ospitare le Olimpiadi nelle diverse stagioni). L'acquisizione sopratutto darà il via alla battaglia per la leadership mondiale nel marketing sportivo che vede oggi la statunitense IMG fare la parte del leone, con un giro d'affari annuo da 1,5 miliardi. Probabile che i Mondiali di calcio in Russia nel 2018 e in Qatar nel 2022 definiranno la griglia.
Per Wang Jianlin, una carriera iniziata nell'edilizia e pian piano estesasi nei settori dell'entertainment (è il più grande proprietario di sale cinematografiche al mondo e il suo nome era stato fantasiosamente fatto circolare come nuovo socio di minoranza nella Roma dopo l'addio di Unicredit), «l'acquisizione di Infront incrementerà in maniera significativa in futuro l'impatto del Gruppo Wanda all'interno dell'industria della cultura e dell'intrattenimento. Servirà anche a sviluppare l'industria sportiva cinese e ad accrescere il suo interesse per il pubblico internazionale. Attraverso l'acquisizione di Infront - aggiunge Jianlin - Wanda sarà inoltre nella posizione di accrescere la sua influenza nell'industria globale dello sport e di sostenere la crescita del livello di competitività degli sport cinesi. Siamo certi di poter supportare Infront nel suo obiettivo di diventare la società di sports marketing numero uno al mondo».
A dargli mano forte in Europa e in Italia ci sarà ancora Marco Bogarelli, il manager milanese 'deus ex machinà del business dei diritti tv in Italia, grazie ai quali Infront Italia pesa per un terzo sul fatturato del gruppo: «Per i tifosi italiani non cambierà nulla - spiega - ma cresceranno le prospettive di crescita del mercato italiano che potrà contare su una potenzialità che investiranno l'indotto, il capitolo stadi tanto per dirne uno. Per Infront non ci sarà alcun impatto invasivo. Cambia però la prospettiva: prima avevamo un azionista finanziario, adesso ne avremo uno finanziario e strategico insieme», conclude Bogarelli che anticipa che il suo ruolo rimarrà intatto all'interno del board di Infront, e dunque alla guida della sezione italiana. In dote al nuovo azionista porterà un possibile più 20% per i diritti tv a partire dall'anno prossimo, fino a eventuali investimenti nel settore stadi.