«La richiesta è irricevibile», avverte Sky con una risposta secca, che esclude ogni tipo di trattativa sul tema. «È a dir poco sorprendente - sostiene ancora Sky - che questa richiesta sia la condizione per porre fine ai criptaggi dei programmi Rai sui decoder Sky, visto che già due sentenze - del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato - hanno ribadito che l'azienda di servizio pubblico deve rispettare il principio di universalità, di neutralità tecnologica e di non discriminazione». Il riferimento è alle sentenze del 2012 e 2013 che hanno condannato la tv pubblica per il comportamento tenuto in vigenza del contratto di servizio 2007-2009, prorogato fino al 2011.
Dal giugno 2009, quando dg era Mauro Masi, la Rai ha iniziato a criptare i propri programmi e ora Sky è pronta ad avanzare una richiesta di risarcimento per i danni subiti in quel periodo. La tv pubblica sarebbe disposta a interrompere il criptaggio dei propri programmi, che prosegue tuttora, in cambio dell'elenco abbonati, ma per Sky trattative su questo piano non sono possibili, perchè la sentenza del Consiglio di Stato riguarda una fase ormai chiusa.
Il contratto di servizio attualmente in vigore ha cambiato le carte in tavola, rendendo necessario, in caso di conflitto, un nuovo pronunciamento del giudice. Il tema è stato affrontato oggi anche nel consiglio di amministrazione Rai, che ha chiesto all'ufficio legale di Viale Mazzini di fornire tutta la documentazione sul caso in vista di un'eventuale offensiva del concorrente. Il cda attende anche la pubblicazione del decreto sull'ammontare del canone, già fissato a 113,5 euro senza adeguamento inflattivo, per discutere sulle conseguenze del mancato introito per la tv pubblica, stimato intorno alla non trascurabile cifra di 20-25 milioni di euro. In consiglio sono state anche accolte le dimissioni da consigliere di amministrazione di Rai Way del dg Luigi Gubitosi, sostituito nel ruolo da Camillo Rossotto. Nella prossima riunione del 29 gennaio il dg porterà inoltre una proposta di riorganizzazione aziendale, che dovrebbe prevedere una riduzione dei dirigenti di primo livello (attualmente sono 47).
Sono sul piede di guerra, intanto, i sindacati del personale non giornalistico che in una nota congiunta minacciano «una forte iniziativa» se la direzione non cambierà rotta. «Sembra di essere tornati all'era Masi e Lei», spiegano denunciando problemi di organico, sugli appalti e mancanza di trasparenza.
Di tutt'altro tenore invece il comunicato dell'Usigrai che annuncia il raggiungimento dell'accordo sul primo concorso destinato a tutti i giornalisti, senza pre-requisiti (l'ultimo del 2008 per la TgR era riservato agli under 30, quelli precedenti ai praticanti). L'avviso sarà pubblicato entro il 24 febbraio, al termine sarà definito un bacino di reperimento di validità triennale con 100 giornalisti.