Focus - Scatta l'ora x per l'asta delle frequenze, anche se c'è rischio flop

Creato il 11 aprile 2014 da Digitalsat

Sta per scattare l'ora X per l'asta delle frequenze televisive, che mettendo a gara nuovi multiplex digitali spiana la strada a possibili new entry nel mercato italiano.

Sono infatti in scadenza lunedi' prossimo i termini dell'asta che ha sostituito il beauty contest e il cui regolamento di gara,messo a punto dal ministero dello Sviluppo economico sulla base delle indicazioni dell'Agcom, e' stato pubblicato in Gazzetta ufficiale lo scorso 14 febbraio. I possibili pretendenti hanno avuto 60 giorni di tempo per inviare le domande di partecipazione.

L'asta si terra' dunque entro l'estate anche se il rischio che vada deserta c'e'. E questo nonostante il prezzo delle frequenze sia considerato dagli addetti ai lavori abbastanza 'accessibile' visto che si aggira sui 30 milioni a multiplex che corrisponde a una rete. Considerato come altamente improbabile che scenda in campo Sky, le indiscrezioni circolate nei mesi scorsi hanno riguardato l'editore de La7, Urbano Cairo, anche se molti ritengono irrealistico che voglia aggiungere altri canali alla sua La7 e a La7D e possibili acquirenti internazionali (come in altre occasioni e' circolato il nome della statunitense Discovery).

Praticamente esclusa, come spiega il presidente dell'Associazione Tv locali aderenti a Confindustria Radio Tv Maurizio Giunco, anche la partecipazione di emittenti locali magari riuniti in circuito per l'occasione. «L'impressione e' che l'asta potrebbe addirittura andare deserta», spiega Giunco all'Adnkronos.
Il presidente dell'Associazione Tv locali spiega le ragioni del rischio flop. «Anche se la cifra di 30 milioni a multiplex e' in se' una cifra bassa, va innanzitutto considerato che vanno aggiunti i costi di implementazione della rete, circa altri 50 milioni. Ed e' vero che su questo terreno le emittenti gia' presenti sul territorio potrebbero realizzare significativi risparmi: ma la questione e' la crisi del mercato della comunicazione da cui ad oggi non si vede la fine», osserva. Sull'ipotesi di possibile discesa in campo di societa' straniere Giunco si mostra scettico: «in Italia ci sono gia' soggetti molto forti, senza una vera ripresa mi sembrerebbe singolare l'arrivo di societa' straniere in un mercato saturo», afferma Giunco che e' vicepresidente di Confindustria Radio Tv cui aderiscono oltre alle emittenti locali tutti i big del settore.

La gara consente di concorrere per tutti e tre i lotti (L1, L2, L3) ai soli nuovi entranti o operatori che detengono un solo multiplex; per due lotti la gara e' aperta agli operatori gia' in possesso di due multiplex; mentre limita ad un solo multiplex la partecipazione degli operatori integrati, attivi su altre piattaforme con una quota di mercato superiore al 50% della tv a pagamento(e' il caso di Sky Italia). L'asta esclude dalla partecipazione gli operatori che detengono tre o più multiplex, ovvero Rai, Mediaset e Telecom Italia. La base d'asta e' pari a 29.300.759,42 euro, 29.824.571,88 euro, 31.625.177,20 euro rispettivamente per i tre lotti. 

Il Lotto 3, il terzo di quelli messi all'asta nell'ambito dell'ex beauty contest,
si compone di due canali che, abbinati, realizzano una rete nazionale che e' ritenuta alla stregua di quelle dei grandi broadcasters. La copertura nominale stimata di popolazione e' infatti pari al 96,6%. C'e' chi fa notare che uno dei due canali del Lotto ritenuto il 'gioiello' dell'asta, il canale 59, ricade in una fetta dello spettro frequenziale (la banda 700) che comprende tutti i canali dal 49 al 60.

A partire dal 2015 la banda 700 sara' destinata alla banda larga in mobilita' acquistando più valore visto che su quella banda viaggeranno i dati di tablet e smartphone. Chi compra il Lotto 3 dovra' tuttavia rendere allo Stato il canale 59 nel 2015 e ricevera' in cambio un canale equivalente: «l'aggiudicatario, all'atto della liberazione del canale 59, avra' diritto a una frequenza di analoga copertura e per una durata equivalente del diritto d'uso», si legge nel testo pubblicato in Gazzetta Ufficiale. La sostituzione dovrebbe avvenire senza esborso per le casse dello Stato. Ma e' comunque difficile che chi si aggiudica questo mux punti solo a fare una speculazione: secondo le regole chi si aggiudica una rete dovra' 'accenderla'.


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