Così il presidente di Telecom Giuseppe Recchi risponde a una domanda in un'intervista del Corriere della Sera. «Solo oggi con le nuove tecnologie le convergenza sta accelerando: i contenuti si fanno più sofisticati e il pubblico più esigente, questo fa sì che il mercato cambi», aggiunge. Ma, secondo i pochi operatori di Borsa che seguono il settore presenti dalle parti di Piazza Affari per preparare l'avvio della settimana, devono succedere tante cose e passare molto tempo prima che una simile operazione diventi anche solo un'ipotesi concreta che i rispettivi Cda possano analizzare.
Tra l'altro dal punto di vista commerciale Telecom ha già avviato un accordo importante con Sky, anche se è vero che da anni il vertice di Mediaset si lamenta che qualunque discorso in materia sia stato bloccato dalla politica. Ora il quadro è in effetti cambiato ma - a parte le enormi difficoltà tecniche per due gruppi quotati in Borsa e dalle logiche interne molto diverse tra loro - è difficile pensare a un gruppo televisivo redditizio anche se in frenata per la crisi dei consumi che si 'diluiscè in un gigante dall'enorme e poco valutato debito. Ovvio che la rete Telecom e le economie di scala fanno gola, ma per ora il primo via libero politico Mediaset lo attende per un obiettivo raggiungibile in tempi molto più brevi: le torri di trasmissione Rai.
Per ora Telecom guarda al probabile arrivo di Vivendi, che non comunque cambia poco nei possibili rapporti con Mediaset: Bollorè ha consolidate relazioni con il mondo Berlusconi e sta guardando a un possibile ingresso in Mediaset Premium in concorrenza con Al-Jazeera, ma la Telefonica che se ne sta andando da Telecom è già socia al 10% nell'azionariato Premium.
Nel breve il vertice del gruppo Tlc deve invece guardare al Sud America. «Avevamo già avuto l'autorizzazione dal board a rilanciare ben oltre, ma come management abbiamo deciso di non farlo perchè ritenevamo il nostro prezzo e la nostra struttura di offerta la migliore», spiega Recchi sulla vicenda Gvt mentre sull'interesse manifestato da Oi per Tim Brasil risponde che la controllata «è il secondo player nel quarto mercato mondiale della telefonia. Il nostro ruolo è investire e considerare anche operazioni straordinarie ove si presentassero opportunità», conclude il presidente di Telecom Italia.