Folco Quilici - L'Italia Vista dal Cielo: Il Veneto e Venezia

Creato il 07 agosto 2013 da Italiabenetti @italiabenetti
 Il Veneto e Venezia Prodotto nel 1968 - Restaurato nel 2004 Un susseguirsi di ambienti naturali e geografici diversi, raccontati dalle riprese di Folco Quilici che, per questo volo aereo sul Veneto, prende come riferimento le note di Guido Piovene e ricorda le parole e le idee di Giovanni Comisso. Un viaggio attraverso la storia del Veneto, delle sue civiltà, dei suoi aspetti controversi che la rendono unica e proprio per questo incantevole. Il filmato di Quilici, le sue descrizioni realistiche ed emozionanti regalano allo spettatore la possibilità di avvicinarsi e di conoscere i numerosi luoghi della regione, le sue molteplici sfumature che si svelano in tutta la loro autentica bellezza. Ed è proprio la bellezza la componente principale del filmato dedicato alla regione Veneto. Una terra che ha visto il passaggio di numerosi popoli che ne hanno influenzato gli aspetti culturali e paesaggistici; una regione "in cui la storia si mescola con la leggenda, da quando si stabilirono le prime matrici culturali venete della civiltà Euganea accentrata sull'antichissima Ateste", all'arrivo di un'ondata di benessere con i Romani, al successivo periodo buio delle invasioni barbariche, sino all'unificazione del Veneto. Dall'azzurro del lago di Garda alla luminosa Costa Adriatica, all'argento dei numerosi corsi d'acqua, dallo spettacolo delle Dolomiti ai suggestivi paesaggi del Po; le immagini mostrate da Quilici raccontano il Veneto attraverso la magnificenza ed i colori della sua natura per poi catturare l'attenzione nello svelarsi dell'arte e della cultura delle sue meravigliose città. Nel suo svolgersi, il filmato documenta anche il netto contrasto tra il passato e il presente; le zone agricole, caratterizzate da una terra arata, coltivata ed ordinata si contrappongono a paesaggi aspri e ruvidi, conseguenza del processo di industrializzazione. In volo appaiono le città murate, simbolo del Veneto nell'alto e tardo Medio Evo, come Montagnara e Marostica. Ma il dualismo urbanistico ed architettonico trova la sua massima espressione nella città imperiale di Verona, dove stili differenti si fondono in un'unica armonia: l'Arena, San Zeno, Piazza delle Erbe, Piazza Bra, il Duomo ci introducono in questa città, testimonianza di una storia ricca di eventi. Il racconto di questa terra prosegue con un salto nella storia, cui fanno da cornice gli splendidi palazzi cinquecenteschi di Vicenza. I possenti edifici di pietra dalle facciate chiaroscurate di colonne, pilastri, architravi, capitelli e cornici sono una caratteristica di questa città e sono testimoniati nella Basilica in Piazza dei Signori, nella Loggia del Capitanio, nei palazzi più prestigiosi e nel Teatro Olimpico. Ed ecco scorrere le immagini della Cattedrale e del Campanile di Aquileia, della città lagunare di Chioggia, sino a giungere a Venezia che, come afferma lo stesso Quilici, è la naturale, inevitabile conclusione di questo lungo volo. Venezia è mostrata dal regista in tutta la sua magnificenza, con i suoi colori morbidi ed i riflessi che dai canali si diffondono per tutta la città. Venezia, che insieme alle sue straordinarie bellezze evidenzia tutta la sua fragilità ed il pericolo che ne minaccia la sopravvivenza. L'occhio del regista si sofferma ed indugia sulla Piazza e la Basilica di San Marco, che sembrano sintetizzare e riassumere la storia gloriosa di questa città. Un viaggio magico che trova la sua sintesi perfetta nelle parole dello scrittore Giovanni Comisso mentre racconta Venezia:
"Ecco sotto il suo campanile, la cattedrale con le sue cupole sta davanti alla sua piazza come roccia lavorata dal mare, al centro di un placido Golfo (...). Tutto è immobile e visibile, tutto già visto e pure mai visto prima. Il palazzo rosa dei Dogi dà debolmente la sua ombra; e basilica e palazzo disegnano le loro proporzioni nell'atmosfera sfuggente della foschia (...). È l'atmosfera dei pittori di Venezia; di chi l'ha vista nei suoi colori più morbidi o nel suo riflesso che nei canali sfuma nel nulla (...)".

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