L’idea era quella di vedere la città, che io in parte conoscevo e C. no, ma anche di fare qualche passeggiata nella natura per soddisfare il mio desiderio da troppo tempo insoddisfatto di fare delle foto. Tanto che allo scopo mi ero anche portata dietro la macchina fotografica grande, la mia fedele Nikon D80.
La prima sera – per entrare subito in clima, sebbene le condizioni meteo non siano quelle adatte – andiamo a mangiare alla Rosa d’oro, ristorante in stile altoatesino e bavarese che serve piatti tipici, non certo leggeri. Beviamo una buona bottiglia di Teroldego su uno stinco di maiale cotto nella birra con contorno di patate e cavolo rosso e un piatto degustazione con gulash, polenta, canederli e wurstel con crauti. Diciamo che la notte non è stata delle più semplici…
Ripartiamo per scendere più a sud ovest, ma sbagliamo strada e finiamo ai laghi di Lamar, più piccoli ma davvero affascinanti. Qui i colori del foliage sono davvero incantevoli e io non smetterei mai di fare foto, ma l’ora del pranzo sta rapidamente passando e temiamo che non ci diano più da mangiare (non sia mai che si salti un pasto!!). Così ci fermiamo all’agriturismo Le Vallene che avevamo notato arrivando e anche qui – dacché volevamo mangiare poco e restare leggere – prendiamo una porzione di canederli alle verdure (che però sono 8 e sono affondati nel burro e nel formaggio) e un piatto di gnocchi al gorgonzola. Poi qualche verdurina (!): fagiolini ripassati nel burro e crauti con pezzetti di speck. Tutto buonissimo! Non so come, ma C. riesce anche a prendere lo strudel alla fine del pasto.
Costeggiando in macchina il lago di Cavedine andiamo verso le rovine del castello di Drena, dove questa volta entriamo a fare visita e ancora foto, mentre il sole definitivamente tramonta e comincia a venire un po’ di freddo.
Sera senza cena (era il minimo) e per l’indomani ancora non sappiamo cosa fare. Intanto però non perdiamo l’occasione di comprare un altro paio di vini all’enoteca Grado 12 e di fare un salto per bere un bicchiere all’osteria della Mal’ombra, subito fuori il centro, che C. ha sentito nominare in un documentario - che si chiama Senza trucco - su dei vignaioli naturali, una delle quali, Elisabetta Foradori, è appunto trentina. Il posto è veramente incredibile, una specie di piccolo corridoio pieno zeppo di bottiglie, persone che bevono e chiacchierano, oggetti, quadri e altro. L’atmosfera è piacevole e il vino (un teroldego della stessa Foradori e un marzemino di Eugenio Rosi) è ottimo.
Poi ci dirigiamo verso i laghi di Caldonazzo e Levico, e dopo una breve sosta-foto a Caldonazzo, la nostra passeggiata pomeridiana sarà al lago di Levico, che con la sua passeggiata dalla zona della spiaggia al bosco ci offrirà punti di vista sempre diversi e un’atmosfera rilassante. I paesaggi, la luce, i riflessi sull’acqua e il foliage spettacolare fanno di questa passeggiata una specie di enorme spot per il Trentino, che si rifletterà anche nelle mie foto della giornata.
Una boccata di ossigeno in questo autunno “caldo”.