Questo, in parte, è dovuto al fatto che la nostra identità di gruppo è caratterizzata da fluidità, come mostrato da un brillante esperimento di Mark Levine, da cui sono tratte le righe successive:
Un'esperimento condotto nel 2005 da Mark Levine, dell'Università di Lancaster (UK) ha bene dimostrato la fluidità psicologica del gruppo: considerando il comportamento dei tifosi di calcio, lo sperimentatore ha dimostrato come i supporters del Manchester Utd aiutavano con una probabilità maggiore un tifoso ferito se questo indossava la maglietta della loro squadra rispetto a quella della squadra rivale (il Liverpool). Tuttavia, i tifosi a cui è stato chiesto di riflettere sulla loro identità di tifosi di calcio "in generale", hanno mostrato la stessa probabilità di aiutare un tifoso con la maglietta del Manchester che uno con quella del Liverpool; e come questa fosse molto maggiore rispetto a quella di aiutare una persona che indossava una maglia neutra (Personality and Social Psychology Bulletin, vol. 31, pp. 443).
Senza entrare nel dettaglio, quanto riportato è sufficiente a mostrare la forza dell'appartenenza ad un gruppo, ma anche come i confini dello stesso siano estremamente fluidi.
L'articolo cita vari studi, nei quali sono ripotate situazioni pericolose in cui la folla ha messo in atto un comportamento cooperativo su larga scala, scongiurando problemi ben più seri.
Come cita il pezzo, questo è particolarmente interessante in relazione anche alle tecniche utilizzate dalla polizia in situazioni di grande confusione. Ad esempio la polizia inglese utilizza una tecnica chiamata "Kettling", che consiste nel circondare completamente la folla, lasciando ciascun individuo libero all'interno del cerchio, ma non consentendogli di uscire da esso.
E' opportuno notare come questo, nei termini della Gerarchia dei Bisogni di Maslow, comporterà che la necessità di protesta sarà superata dalla necessità di mangiare, bere, riposare e così via, portando la gente a disperdersi.
Si tratta quindi di un approccio individualistico alla psicologia della folla, che presuppone il contenimento durate la fase "violenta" e la ripartizione dei bisogni su base individuale come elemento di contrasto.
Alla luce però della ricerca in esame un processo come il Kettling, potrebbe far emergere dell'inutile violenza, poichè si instaura uno "scontro" che rafforza l'identità di gruppo e la folla allo stesso tempo.
Personalmente sono stato in diverse situazioni caotiche, concerti, partite di calcio, manifestazioni etc.. per ultimo sono andato alla festa di St. Patrick's Day in Trafalgar Square qui a Londra (vedi foto) e sinceamente mi è capitato più spesso di vedere focolai violenti soppressi dalla "folla" stessa, che episodi di violenza collettiva, come vuol far pensare lo spauracchio moderno (come se una persona, inserita in una folla, diventasse improvvisamente imbecille)... ma forse mi sbaglio.