Quando le cose vanno male per una squadra di calcio, i tifosi più accaniti contestano e a volte in maniera molto eloquente fanno capire alla squadra che reagire e magari vincere in campo eviterebbe ripercussioni. Qui però si è passato il limite. Non si tratta più di minacce, di urla e di cori, si tratta di un macabro spettacolo ai confini dell'horror.
Come riporta la Gazzetta dello Sport infatti: "Un avvertimento macabro è stato lasciato ai giocatori dell'Ascoli: undici croci piantate sul campo di allenamento e uno striscione piuttosto esplicito con su scritto: "E' finita la pazienza, o salvezza o violenza". E' esplosa così la contestazione ad Ascoli dopo l'ennesima sconfitta dei bianconeri allenati da Francesco Silva, battuti 3-2 a Brescia. K.o. che ha spedito i marchigiani al quartultimo posto".
Non una velata minaccia, ma vero terrore. Di certo non l'avranno presa bene i giocatori ascolani che non saranno certo spinti a migliorare le prestazioni adesso. Eppure serve un miracolo. Vincere a Terni per poi giocarsi il tutto per tutto nello scontro finale col Cittadella e magari giocarsi i playout con la grinta di chi vuole restare in serie cadetta. Attualmente la classifica recita: 17a) Lanciano 46; 18a) Reggina 45; 19a) Ascoli 40; 20a) Vicenza 38; già retrocesse Pro Vercelli e Grosseto.
I precedenti in questo tipo di contestazione non mancano, sempre tratto da Gazzetta dello Sport citiamo: "Avellino, nel 1992. Allora 16 croci, dal significato inequivocabile, furono piantate sul campo del club irpino. Erano dedicate a ciascuno dei giocatori della rosa. Ignoti le sistemarono in aprile e tanto per non lasciare dubbi, sotto il nome del giocatore misero la data della fine del campionato. Analogo episodio accadde nel marzo 2008 nello stadio di Massa Carrara, dove dopo la sconfitta nel derby con la Lucchese furono trovate dodici croci piantate sul terreno. Nello stesso anno, ad aprile, toccò al Modena. La croce comparve dopo un pesante 1-4 nel derby con il Bologna". Forse eccessivo, esasperato come messaggio, in fondo i giocatori sono esseri umani e nessuno merita di morire, soprattutto per una gara di calcio. VIDEO
di Cristian Amadei