Fondi comuni, investire nella finanza etica

Da Mrinvest

La “finanza etica” o “finanza solidale” ormai esiste concretamente ed è in crescita. In Europa il patrimonio gestito da fondi etici è salito del 170% negli ultimi tre anni, arrivando a 30 miliardi di euro. L’Italia, dove l’aumento è stato del 28%, è al sesto posto nella classifica europea con l’8% del mercato, mentre la Gran Bretagna, prima indiscussa in questo settore, detiene il 28%, seguita dalla Francia.
L’investimento nella finanza etica ha come obiettivo il finanziamento nel campo dell’ambiente, dello sviluppo sostenibile, dei servizi sociali, della cultura. Non si tratta di beneficenza o elemosina, ma l’obiettivo, oltre che il profitto, è anche quello di destinare risorse alle aziende con attività socialmente utili. E quindi i soldi che i risparmiatori investono nei fondi etici non serviranno a finanziare società che operano nei settori del tabacco, dell’alcool, degli armamenti, del gioco d’azzardo, della pornografia e quelle attività che si fondano sullo sfruttamento dei minori o sulla

repressione delle libertà civili. E neanche settori come l’energia atomica, gli ogm, la sperimentazione sugli animali di farmaci e cosmetici, anche se in questi casi non si capisce se le aziende operano per il bene del progresso (e quindi sarebbero etici) o se i loro obiettivi sono finalizzati esclusivamente al mero e arido profitto.
Ci sono fondi (obbligazionari, azionari, bilanciati e anche immobiliari) che hanno destinato una parte delle sottoscrizioni al restauro di monumenti importanti, altri finanziano aziende operanti nei settori della sanità e dell’ecologia, altri ancora invece fanno donazioni di parte degli utili nel campo del sociale, con contributi a enti o organizzazioni no profit che operano con iniziative di carattere umanitario (sono elencate nel prospetto informativo).
In Italia, sul patrimonio gestito, soltanto lo 0,5% è investito in fondi etici. Purtroppo la sinergia tra il profitto economico ed etica è poco considerata. Tutti sappiamo bene che il profitto e la ricchezza sono importanti e fondamentali in un mercato, ma molti non hanno capito che abbinare l’utile economico e finanziario alla qualità della vita è diventata ormai una questione sostanziale e non soltanto di stile o di facciata.
L’investitore etico non è infatti interessato sotanto al rendimento del capitale, ma vuole anche sapere come ottiene quel rendimento, in che società e in quali Paesi investe i propri soldi. Insomma vuole guadagnare ma vuole controllare che la ricchezza prodotta abbia anche fini morali che riconoscano i valori della vita. Anche i princìpi della trasparenza vengono quindi rispettati.
Comunque i fondi etici hanno dimostrato di essere molto efficienti in termini di rapporto tra rischio e rendimento, e quindi rappresentano un investimento socialmente utile e con rischi contenuti.